Smentisce, smentisce, smentisce. E però nessuno gli crede fino in fondo. Michael Bloomberg in corsa per la Casa Bianca è una pura e semplice suggestione. Il sindaco di New York non è candidato, ma da tempo non fa nulla perché gli americani credano davvero che l’idea non lo interessi. Per dirne una: ieri era a una conferenza all’università dell’Oklahoma, organizzata dal rettore David Boren e da Sam Nunn, due ex senatori democratici. Tema del dibattito: come superare le divisioni politiche nell’interesse del Paese. Cioè come superare il dualismo repubblicani-democratici con un presidente indipendente.
E chi potrebbe essere? Una sola persona, ovvero lui, Mike Bloomberg, che da qualche tempo ha deciso di lasciare formalmente il partito repubblicano per registrarsi come indipendente. Parla sempre della necessità di trovare un presidente capace di unire. «La gente ha smesso di lavorare insieme, il governo non è funzionale e non c’è collaborazione», ha dichiarato Bloomberg ieri. Alla vigilia del voto in Iowa, il sindaco di New York aveva già parlato, aveva criticato tutti i candidati alle presidenziali, affermando che «nessuno sta fornendo risposte per risolvere i problemi che il Paese sta affrontando».
A chiunque gli domandi se si vuole presentare, Bloomberg risponde di no. Poi lascia che la gente parli.
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