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Il blues di Menoni, che sfida le acque della Manica

Il nuotatore spezzino a caccia del record di traversata da Shakespeare’s Cliff a Cap Gris Nez. «Il freddo non mi fa paura e le correnti possono aiutarmi». Il primato è di un tedesco

Gianpaolo Palazzo

«Sconvolte l’onde! Crollan... rigurgitano... Alte e profonde». Il passo della tragedia Ero e Leandro, musicata da Luigi Mancinelli (1848-1921) è una descrizione perfetta di quello che vedrà Simone Menoni. Il nuotatore delle «Fiamme oro» tra il 26 e il 31 agosto cercherà di traversare a nuoto il canale della Manica.
L’impresa sarebbe già leggendaria, ma Simone vuole battere il record stabilito lo scorso 2 agosto dal tedesco Christof Wandratsch (7h 3’52”). Il percorso da affrontare, inizia a Shakespeare’s Cliff (tra Folkestone e Dover, sulla costa britannica) e termina a Cap Gris Nez (tra Boulogne e Calais, in Francia). Anche se tra le due coste ci sono 32 km, l’oscillazione delle maree e le correnti costringono il nuotatore a un ulteriore dispendio d’energia. La temperatura dell’acqua è particolarmente bassa. Varia dai 15 ai 18 gradi tra luglio e settembre.
«Mi sento pronto, sarà dura, ma spero di poter resistere, anche con l’aiuto di correnti favorevoli», ha detto Menoni, confessando di essere impegnato in allenamenti estenuanti, 14 a settimana, di cui tre in palestra, con esercizi particolari per «la trasformazione della forza in acqua».
Il primo nuotatore a cimentarsi in questa sfida, contro la natura e il tempo, fu il capitano inglese Matthew Webb. Entrò in acqua a Dover il 24 agosto del 1875 e dopo 21 ore e 45 minuti, toccò terra a Cap Gris Nez.
Il passaggio dei nuotatori nel canale della Manica è regolamentato, dal 1927, dalla Channel Swimming Association (CSA). L’associazione, cui Menoni si è iscritto, certifica il tempo impiegato per la traversata e indica ai nuotatori quali siano gli skipper accreditati per seguirli, con le proprie imbarcazioni, durante il tentativo di record.
Sono previsti anche gli esami antidoping, mentre l’atleta deve indossare un costume tradizionale, senza gambe o maniche. «Una gara contro il tempo, una cronometro come nel ciclismo rispecchia il mio modo di gareggiare – conferma Simone – anche se devo ancora metabolizzare le sette ore e tre minuti del tedesco».
Menoni è nato a La Spezia il 13 ottobre del 1974. Nel 1992 una frattura di una vertebra, dopo un incidente stradale, lo aveva costretto a otto mesi di letto. Tra i suoi principali risultati in carriera, c’è anche il prestigioso quarto posto ai campionati europei di Berlino 2002 sulla distanza dei 25 chilometri. Simone realizza le migliori prestazioni in acque fredde. Ha una naturale predisposizione per le temperature rigide dell’acqua e preferisce nuotare in solitario. Le difficoltà lo hanno temprato, rendendolo capace di «trasformare la paura in grinta, anche se dovrò essere aiutato da una buona dose di fortuna».
Il nuotatore fuori dalle gare si descrive come un ragazzo sempre attivo «che dopo due giorni senza far niente, al terzo comincia a smaniare, giocando a calcetto o a tennis». Chissà se Simone ce la farà.

Il mare separa e unisce, stanca e sfianca, ma attira sempre, come l’amore, perché «non son senza tempeste», parola del poeta Pierre de Marbeuf.

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