nostro inviato a Bray
Più si è superficiali e più si possono dire sciocchezze e quando si tratta di chef come Heston Blumenthal bisogna preparare le proprie orecchie a tutto. Chi bada al sodo, si disinteressa degli sciocchi e si tiene ben strette le emozioni che il titolare del Fat Duck fuori Londra ha regalato a gennaio a Identità Golose e cerca di godere alla sua tavola. «Vincono le emozioni», ha ricordato strappando applausi perché si possono pianificare le più grandi campagne pubblicitarie, ma se una cosa non piace viene rifiutata.
E il Fat Duck ha la coda perenne. Quattordici tavoli appena, undici servizi pranzo e cena e non bastano mai tanto che Blumenthal ha deciso che le prenotazioni avvengono di due mesi in due mesi nel senso che se si chiama il 2 aprile è per il 2 giugno e così via. Bisogna declinare gli estremi di una carta di credito e riconfermare due giorni prima. Ci si può mettere in lista dattesa, a volte si è fortunati.
Due percorsi, tre piatti o 17 nel senso che si affronta un viaggio tra la cucina e il sogno che dura tra le tre e le quattro ore. Piatti, spunti, giochi, sostanza, scherzetti, storia, il verso dei gabbiani riprodotto attraverso le cuffiette di un iPod nascosto in una conchiglia mentre viene servito il Sound of the sea, uninsalata di mare servita con sabbia, schiuma e alghe, letteralmente un pezzo di battigia che ti incanta per la perfezione dinsieme. Ricorda un quadro iper-realista. LHot and iced tea è un thè in tazza metà freddo e metà caldo, devi berlo appoggiando le labbra in un punto preciso del bordo, altrimenti perdi leffetto metà/metà.
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