Ore 22.39, per un istante la città non trova neanche la «voce» per urlare. Dagli schermi maxi e mini nelle piazze, nei locali e nelle case una sola parola accende la miccia: «Campioni!». La risposta immediata è un boato. Caroselli, fuochi artificiali, bandiere, trombe, colori, tricolori, orgoglio e festa. Milano «trema». Di gioia. Ed esplode la «notte azzurra», la «movida» dei tifosi, che a decine di migliaia invadono le strade. A piedi, in moto, in macchina. Persino su carri trainati da trattori. Si va da chi si tuffa nelle fontane in mutande a chi si arrampica sui monumenti. In piazza del Duomo erano in più di 40mila a soffrire davanti al maxischermo. Anzi, a soffocare per la mancanza daria. A ripagarli di tanto sacrificio è arrivato il quarto titolo mondiale. Salutato tra fumogeni, petardi e tamburi.
Alla grande gioia dei milanesi ha fatto da «contraltare» la delusione cocente dei transalpini di Milano, la maggior parte turisti, qualcuno qui per lavoro.
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