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Bocchino: "Fini? Si dimetta prima Berlusconi"

Bocchino chiede che il premier lasci: "E' imputato". Bondi: "Vuole le dimissioni o un vertice? E' in stato confusionale". Bufera sulla casa di Montecarlo: scatole cinesi per coprire Mister X. Il Giornale raccoglie 35mila firme (scarica il modulo)

Bocchino: "Fini? Si dimetta prima Berlusconi"

Roma - Battaglia colpo su colpo. Bocchino punge, Bondi risponde. "Chiedere come fa oggi Bocchino da una parte le dimissioni pressoché dell’intero governo e dall’altra parte la convocazione di un vertice con tanto di verifica, tradisce l’estremo stato di confusione e di smarrimento in cui si trova il capogruppo di Fli. Ho l’impressione che a Bocchino sfugga, quantunque faccia sfoggio di baldante sicurezza, la durezza e al tempo stesso la complessità della politica". Lo scrive in una nota il coordinatore del Pdl e ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi.

La richiesta di Fli Bocchino, riferendosi alla richiesta di dimissioni di Gianfranco Fini avanzata dal Pdl, ha affermato che il presidente della Camera non è inquisito, mentre lo sono invece Berlusconi e diversi ministri. "Prima di chiederlo a Fini, dovrebbe essere Berlusconi a dimettersi perché è sotto processo - ha detto - E con lui si dovrebbero dimettere, per lo stesso motivo, i ministri Matteoli, Fitto e il sottosegretario Bertolaso".

Bocchino contro Bondi "Sandro Bondi anzichè aggredirmi verbalmente dicendo che sono in stato confusionale farebbe bene a dirci se nella scala dei suoi valori deve dimettersi prima un plurimputato come Berlusconi o il presidente Fini a cui la magistratura non ha niente da chiedere neanche come persona informata sui fatti" replica a muso duro il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera. "La differenza tra noi e Bondi - continua Bocchino - è anche nella lealtà perché noi abbiamo sempre difeso Berlusconi dalle aggressioni esterne mentre loro si sono fatti promotori di un’aggressione contro Fini soltanto perché - e uso parole di Feltri - non si è voluto 'mettere a cuccia nel partito contorno'".

Cicchitto: "Accordo o voto" "L’alternativa è molto chiara: o i quattro, cinque punti programmatici che il presidente Berlusconi presenterà prima al consiglio dei ministri e poi in parlamento, troveranno il sostegno della maggioranza parlamentare, oppure l’unica ipotesi seria è quella formulata ieri da Bossi, e cioè il ritorno alle urne" spiega il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. "Queste sono le uniche ipotesi serie in un regime bipolare - aggiunge Cicchitto - e noi ci auguriamo che esistano le condizioni per la realizzazione della prima di esse. Invece non è una ipotesi seria, ma solo una manovra di palazzo, quella avanzata da alcuni esponenti del Pd, di un cosiddetto governo di transizione, il cui unico scopo sarebbe quello di fare una legge elettorale su misura di Lorsignori.

Evidentemente la prima ipotesi è possibile se vengono emarginati gli sfasciacarrozze che in questi giorni si stanno esercitando in provocazioni contro Berlusconi".

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