da Roma
LItalia rallenta. Rallenta leconomia, che nel 2008 e nel 2009 procederà al passo modesto dell1,3%, ben al di sotto della media europea; e rallenta il risanamento dei conti pubblici, con un rapporto deficit-Pil che lanno prossimo salirà al 2,3%. Il 2007 si chiuderà con una crescita dell1,8%, ma con un modesto risultato nel quarto trimestre. Notizie tuttaltro che entusiasmanti per il nostro Paese arrivano dunque da Chateau de la Muette, sede parigina dellOrganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). La povera performance italiana si confronta con una crescita media europea «relativamente buona», pari all1,9% nel 2008. La stessa inflazione europea dovrebbe ritornare sui suoi passi, verso il 2%, e per questo «ulteriori aumenti dei tassi dinteresse, a questo punto - sostiene lorganizzazione - non sono necessari».
Per lOcse, lextragettito degli ultimi anni ha rappresentato «unoccasione sprecata»: il ministro dellEconomia, Padoa-Schioppa, avrebbe dovuto utilizzare il tesoretto «per ridurre il debito, anziché per una manovra supplementare di spesa, anche perché landamento ciclico delle entrate fiscali potrebbe riservare sorprese negative nei prossimi anni». Una valutazione condivisa dallagenzia di rating Fitch, che conferma la valutazione (AA-) sul debito italiano.
Inoltre, lOcse prevede per il nostro Paese una crescita economica inferiore alle stime del governo, perciò anche il risanamento dei conti dovrebbe risultare meno veloce. Né mancano altri segnali contraddittori, come laumento dellinflazione che «potrebbe persistere sia nel 2008 che nel 2009». Gli economisti dellOrganizzazione economica invitano quindi il governo italiano a rispettare tutti gli impegni presi sul fronte pensioni, senza diluirli, «altrimenti i problemi di bilancio rischiano di diventare estremamente gravi». Il dato più positivo da Parigi è che lItalia pare essere toccata in maniera residuale dalla crisi originata dai mutui subprime Usa. E ci sono segnali incoraggianti, almeno in parte, per le nostre esportazioni: lexport decresce in volume e perde quote di mercato internazionale, ma il valore tiene: significa che le imprese hanno modificato le produzioni, trovando nicchie e prodotti di qualità dove la concorrenza è meno dura.
Ai dati italiani, non proprio esaltanti, si contrappone un quadro europeo abbastanza incoraggiante. Le prospettive di crescita 2008 sono «relativamente buone», soprattutto a partire dal secondo semestre. E linflazione, dopo il rialzo degli ultimi mesi, dovrebbe ritornare verso il 2%, una dinamica che dovrebbe consigliare la Bce a non aumentare i tassi.
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