Bocconiano ubriaco uccide con l’auto un passante

Bocconiano ubriaco uccide con l’auto un passante

Dopo l’incidente l’automobilista ha rifiutato, come è del resto suo diritto, di fare l’esame tossicologico. Un dettaglio quasi irrilevante però visto che già l’etilometro, impossibile da evitare, ha verificato come il giovane studente della Bocconi fosse piuttosto su di giri. Così appena è arrivata la notizia che il marocchino investito tre ore prima era deceduto, è scattata la denuncia per omicidio colposo. Mentre per due suoi amici che viaggiavano in auto con lui, trovati in possesso di qualche grammo di hashish, è partito il deferimento per il possesso di sostanze stupefacenti.
Sono le 3.30 dell’altra sera in via Molino delle Armi, nell’area calda compresa tra le Colonne di San Lorenzo, le Basiliche e Corso di Porta Ticinese, la cosiddetta «movida» milanese. Una caos indescrivibile, tra micro spacciatori di fumo, chiassosi bevitori di birra, nottambuli impenitenti.
Un via via continuo tra le diverse zone del più grande divertimentificio milanese, con più gente in mezzo alla strada che sui marciapiedi. Come il marocchino di 29 anni, irregolare, senza fissa dimora ma con qualche precedente, che però diligentemente sta attraversando la via sulle strisce pedonali. Proprio mentre arriva una Nissan Micra a forte velocità: per gli investigatori almeno 80 chilometri all’ora.
L’impatto è inevitabile, lo straniero rotola sull’asfalto. L’utilitaria si ferma, ne escono ben sei ragazzi, tra i 20 e i 25 anni, piuttosto malfermi sulle gambe. I primi a intervenire sono gli agenti della volante che staziona ogni sabato sera in zona. Chiamano i vigili urbani e un’ambulanza che porta il maghrebino al Policlinico. Le sue condizioni appaiono subito disperate e infatti verso le 6.30 cessa di vivere.
Nel frattempo scattano le verifiche. Le forze dell’ordine si dividono i compiti. Gli agenti perquisiscono l’auto e i sei giovani. In tasca a due di loro viene trovato dell’hashish e parte la denuncia. I ghisa si occupano invece dei rilievi e dei controlli sul conducente. Gli impongono l’etilometro che attesta inoppugnabilmente come il ragazzo, F. R., 21 anni, studente alla Bocconi, abbia alzato il gomito. Gli chiedono di sottoporsi anche al test per verificare se abbia assunto sostanze stupefacenti.

Lui rifiuta, è suo diritto, ma la sua posizione cambia poco: gli viene subito ritirata la patente.
Ma non finisce qui. Tre ore dopo arriva dal Policlinico la notizia della morte dello straniero e per il giovane bocconiano diventa altrettanto inevitabile la denuncia per omicidio colposo.

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