Milano L’archistar Stefano Boeri è infastidito. Sarà che il sondaggio di Renato Mannheimer pubblicato ieri dal Corriere della Sera lo ha fatto alzare con il piede sbagliato. A una settimana dal voto per le primarie che si giocheranno domenica prossima a Milano, l’aspirante sindaco del Pd è ancora costretto a rincorrere il candidato più vicino alla sinistra radicale, l’avvocato Giuliano Pisapia che un po’ a sorpresa piace anche ai moderati. Tant’è che ieri per attaccare lo sfidante del Prc e il presidente pugliese Nichi Vendola, arrivato sotto la Madonnina per fargli campagna durante una kermesse pubblica, ha criticato pure Massimo D’Alema. Leader del partito che, guarda caso, lo ha scelto per battere Letizia Moratti. «Vendola - ha protestato Boeri - sta facendo a Milano quello che D’Alema fece in Puglia quando andò a pontificare come leader nazionale». La stoccata va riferita all’impegno del leader del Pd durante le primarie pugliesi a favore di Francesco Boccia, poi sconfitto dallo stesso Vendola. Boeri - che già la settimana scorsa aveva chiesto agli sfidanti di non coinvolgere leader nazionali nella campagna per le primarie - conferma «grande stima» per quello che ha fatto Vendola e «per il suo modo di portare innovazione nel rapporto tra la politica e i territori» ma «quella carica innovativa è già molto ben rappresentata a Milano».
Il leader di Sinistra e libertà non cavalca l’attacco (e la gaffe) dell’architetto, «ho troppa stima di Boeri per replicare a una polemica infondata, astiosa e sintomo di nervosismo». La stima di Vendola viene superata però da una certezza: «Penso che sia Pisapia la carta vincente per battere Letizia Moratti».
Anche se tra i due litiganti, sempre stando al sondaggio di Mannheimer, il sindaco in carica risulterebbe vincente su entrambi nella corsa del 2011. Poco appeal per gli altri due candidati alle primarie, Valerio Onida e Michele Sacerdoti, che rimangono fermi al 4 o 5 per cento.
Ma proprio l’ex presidente della Corte costituzionale Onida è tornato ieri a bocciare le primarie. Dopo aver accusato il Pd di giocare scorretto e «falsare la partita» («il maggior partito della coalizione ha scelto il candidato prima ancora delle primarie, senza consultare la base come prevede il suo statuto, e invece di favorire il confronto libero usa tutta la sua forza organizzativa solo per Boeri») questa volta ha puntato il dito contro la pubblicazione dei sondaggi. «A una settimana dal voto - scrive in una nota - rischia di avere solo l’effetto di orientare il voto dei cittadini, per questo è vietato dalla legge nelle elezioni “vere”.
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