
Se due settimane son poche per capire come sarà il prossimo Milan di Tare e Allegri, due settimane sono sufficienti per conoscere da vicino il primo giudizio che Max e il suo staff hanno maturato sul conto del gruppo già partito per Singapore e atteso domani alla prima sfida amichevole con l'Arsenal.
"Ho conosciuto in questi giorni un Milan formato da ottimi calciatori, sono fiducioso perché riconosco al gruppo valori tecnici e morali importanti" è il primo, forse il più importante. Non era scontato, specie dopo la partenza di due pedine preziose come Reijnders e Theo Hernandez, ma questo significa che l'ottavo posto precedente è soltanto uno dei tanti indizi di una stagione sbagliata in partenza e conclusa peggio. Di qui la prima scoperta di Max: la consistente cifra tecnica del Milan. E non si parla solo di Leao e Maignan. A stupire il tecnico livornese ci sono le perfomances di Thiaw che, per fortuna sua, ha detto no al trasferimento al Como (avrebbe aperto un'altra fessura nella difesa rendendo magari indispensabile la rincorsa a Leoni con 40 milioni da mettere sul piatto). Pulisic è un'altra rivelazione, così come Saeleamekers bloccato dopo il ritorno dal prestito alla Roma. "Modric è un campione, eleverà il nostro livello, lo aspetto per il 4 agosto" è il giudizio sul croato. "La mancanza delle coppe da un lato ci priverà di un palcoscenico prezioso, dall'altro ci aiuterà a costruire una squadra": ecco il vero obiettivo dichiarato.
Per questo motivo la frase chiave diventa· "Non dobbiamo più guardare indietro" a quello che è stato l'ultimo Milan. E sul punto è ancora più categorico a proposito di qualche narrazione in materia di mercato. I ritardi ci sono ma il bene prezioso resta il blocco unico. "Sul mercato - scandisce Allegri - c'è totale sinergia con la società che sta lavorando perché il 31 agosto la squadra sia pronta per essere competitiva in campionato, coppa Italia e Supercoppa d'Italia". Questo significa che lascerà lavorare Tare e nel frattempo fisserà traguardi che siano compatibili con la realtà attuale. Insiste Max: "L'obiettivo dichiarato è centrare la Champions league, perché di quel risultato economico e tecnico ha bisogno un brand come il Milan". Sembra ripetere integralmente lo stesso incipit della prima stagione napoletana di Antonio Conte. Non è utile promettere "calcio dominante" e "rincorsa allo scudetto" come fece Fonseca giusto un anno fa di questi tempi.
Non è utile perché non è ancora iniziato l'attraversamento del deserto e perché, come tiene a sottolineare anche Tomori, "ci stiamo adattando alle richieste di Allegri, abbiamo sensazioni diverse rispetto allo scorso anno". Un anno fa capirono al volo che lo scetticismo generato dall'arrivo di Fonseca e dalla mancanza di un uomo di calcio a dirigere l'area sportiva non avrebbe portato a qualcosa di buono.