Caro Massimiliano,ti ringrazio dello spazio che ancora una volta vorrai concedermi su «il Giornale». Dopo nove anni di politica fatta con passione, con l'ammirazione e la sintonia che mi lega ai valori di Forza Italia e soprattutto di Silvio Berlusconi, di colui cioè che, malgrado tutto, rimane l'unico elemento di coesione di un Pdl in perenne fibrillazione, ho fatto quello che un tuo giornalista ha definito impropriamente «il salto». Eppure la nostra lingua è tra le più ricche per la scelta dei termini e l'adeguato uso del linguaggio! In verità ho molto meditato, anche con sofferenza, prima di... approdare all'Udc. Ho spesso scritto sul tuo giornale lettere delle quali i vertici locali e regionali non hanno mai tenuto conto, ho fatto durante i convegni interventi significativi ed inequivocabili sulla situazione di un partito che, almeno a Genova, non era presente sul territorio, mi sono illusa che il neonato Pdl desse delle risposte concrete alle esigenze di quella base dei gazebi e dei banchetti che continua a vivere nel limbo dell'indifferenza dei vertici. Divide et impera, così si ragionava in Forza Italia, così si continua a ragionare nel Pdl.
Ormai mi sono resa conto che, se andavo alla ricerca di certi valori che inizialmente mi illudevo di trovare in Forza Italia, era necessario guardare altrove. Ho così ascoltato al Teatro della Gioventù l'on. Casini e finalmente ho sentito parlare non di gossip, ma di idee e di programmi in grado di far fronte alle sfide del futuro, soprattutto in una città come Genova, ridotta all'osso per numero di abitanti, per gravi difficoltà economiche, per drammatica disoccupazione giovanile.
*Consigliere Udc Municipio Centro Est
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