«La sensazione che ho voluto creare è quasi quella di un sogno, con colori sgargianti e inconsueti rispetto alliconografia classica di Bohème, ma dopo i primi timori di fronte a questo mostro sacro mi sono lasciato andare al mio istinto, con serenità e animo - è proprio il caso di dirlo - davvero bohémien». Così il pittore Francesco Musante vede Bohème - opera tra le più celebri e popolari di Giacomo Puccini - che andrà in scena sabato prossimo (ore 20.30) al Carlo Felice, con repliche, alternate ad altri spettacoli, fino al 5 febbraio; con scene appunto di Musante (assistente Enrico Musenich) e per la regia di Augusto Fornari, che condisce il tutto con mimi e acrobati. Una Bohème onirica, senza o quasi tratti realistici e che accanto ad ogni protagonista mette un «alter ego» infantile, bambini - in carne ed ossa - che guardano se stessi adulti (mentre gli adulti non vedono loro): una interpretazione senza dubbio originale, che di fatto popolerà il palcoscenico di giovanissimi artisti, contando anche la frotta di fanciulli che seguono il carretto di giocattoli di Parpignol (coro di voci bianche diretto da Gino Tanasini).
«Una nuova lettura dellopera - lha definita il sovrintendente Giovanni Pacor - quasi fiabesca, genuina, direi naif, che accompagna anche la drammatica scena finale: tanto da far sorridere, pur tra le lacrime. Via la tradizionale soffitta, via il solito fuoco: credo che ci sia bisogno di qualcosa di nuovo, soprattutto quando si tratta di opere come questa, vista e rivista, e quindi ormai senza più segreti». Il cast della «prima» - gli interpreti «doppi e tripli» sono moltissimi, visto che la produzione arriverà fino al 2012 - vedrà Massimiliano Pisapia (Rodolfo), Donata DAnnunzio Lombardi (Mimì), Isabella Rey (Musetta), Giorgio Caoduro (Marcello), Dario Giorgelè (Schaunard), Alessandro Guerzoni (Colline), Giampiero De Paoli (Parpignol), Davide Mura (Benoit). Sul podio, il genovese Marco Guidarini dirige lorchestra del Carlo Felice: «Lemozione che provo sempre quando dirigo Bohème è il rivivere la gioventù che è profondamente dentro di me - ha detto quasi con commozione - uno spirito che non muore mai e che accompagna lessere umano tutta la vita. E credo che tutto questo, oltre che evidente nella regia di Fornari, sia già presente nella partitura».
Nel primo foyer sarà allestita, fino a febbraio, la mostra con i bozzetti originali di Musante.
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