Bollette, a luglio parte la rivoluzione

La proposta dell’Authority: tariffe libere Sarà ridotta la «fascia sociale»

da Milano

La concorrenza arriva anche nel settore dell’elettricità venduta alle famiglie: dal 1° luglio le tariffe elettriche come le conosciamo oggi dovrebbero sparire. E dovrebbero arrivare i prezzi liberi, o, per usare una parola di moda oggi, il mercato. Lo prevede la legge Marzano e l’Autorità per l’energia ieri ha pubblicato un «documento di consultazione» che prevede che la cosiddetta «fascia sociale», quella di cui usufruisce la gran parte degli italiani, debba essere fortemente ridimensionata. Con la «fascia sociale» l’energia viene pagata di fatto sotto-costo, scaricando però sugli altri acquirenti l’onere del riequilibrio dei conti delle società elettriche. Così oggi ci sono due tariffe: quella bassa, chiamata D2 che viene applicata a contatori fino a 3 Kw di potenza e la D3 che paga anche per la D2. Dal 1° luglio non ci saranno più.
Resterà una tariffa di «tutela sociale» per clienti realmente disagiati (almeno nelle intenzioni dell’Authority) o affetti da gravi malattie. Per tutti gli altri ci sarà solo una «tariffa di riferimento» a cui i distributori di elettricità potranno attenersi se lo riterranno opportuno. Di fatto questo porrà due problemi: primo, il governo dovrà decidere i criteri per individuare chi ha diritto alla tariffa ridotta. E di quanto ridurla. E la tentazione di allargare al massimo gli aventi diritto sarà forte: una scelta che può influenzare l’intera riforma tariffaria. Secondo: le famiglie, prese singolarmente, sono poco redditizie. Secondo gli esperti, o si hanno oltre un milione di clienti, o non vale la spesa. Il costo di ingresso su questo mercato sarà così elevato, tale da scoraggiare molti possibili concorrenti. E oggi Enel è assolutamente dominante nelle famiglie, seguita dai «piccoli monopolisti» delle Aem.
Cosa capiterà? I clienti che usciranno dalla «fascia sociale» si vedranno certamente aumentare la bolletta, in che misura è difficile dirlo, ma quasi molto probabilmente significativa. Un 10% è quasi certo, forse anche di più. La «tariffa di riferimento» dell’Autorità sarà composta da una componente determinata dai costi di produzione, un’altra dai costi di trasporto, identici per tutti, e da un «costo marginale» che crescerà con i consumi, così da incentivare il risparmio energetico. I venditori di energia potranno però discostarsi, al ribasso o al rialzo.

E i clienti scegliere il fornitore più conveniente, se ci sarà. Chi ha diritto alla «tutela sociale» otterrà uno sconto sul prezzo offerto dal fornitore, che sarà libero di scegliersi. Il problema resta il solito del mercato italiano dell’energia: la domanda c’è, l’offerta forse.

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