(...) la tassa automobilistica per la sua «dueruote» si vede appioppare una «sanzione» da 11.88 euro per 39.60 euro di bollo dovuto. Il tutto, naturalmente, oltre agli interessi, pari in questo caso a ulteriori 1.09 euro, che significa circa il dieci per cento in cinque giorni.
Oltre al tasso applicato, appare spropositata la sanzione, visto che non è uguale per tutti. La prova lha fatta un cittadino, che è anche capogruppo di An al Municipio I Centro Est. Vincenzo Falcone infatti ha provato a chiedere allAci e allAgenzia delle Entrate quando dovrebbe pagare per il bollo in ritardo di 5 giorni. Simulazione con il computer alla mano, ha scoperto che in entrambi i casi, la sanzione sarebbe di 0.99 euro, undici volte in meno rispetto a quello che chiede la Regione. E linteresse sulla mora sarebbe di 0.02 euro, circa il 2 per cento. Non poco in termini percentuali applicati a cinque giorni di ritardo, ma pur sempre poca cosa.
Lassurda situazione riporta alla memoria quanto già denunciato nei mesi scorsi da Gabriele Saldo, capogruppo di Forza Italia in Regione, a proposito della eccessiva maggiorazione applicata proprio dal sito della Regione per il semplice pagamento del bollo. Anche rispettando le scadenze, chi usava il sito ufficiale doveva pagare un diritto di riscossione esagerato rispetto agli altri uffici che garantivano lo stesso servizio (Aci, Lottomatica, ecc.). La giunta aveva replicato che quella cifra più elevata non finiva nelle casse della Regione ma era il costo richiesto dal «provider», dal «padrone» del sito che «affittava» lutenza alla Regione per fare il suo sito.
Stavolta la giustificazione inizia a reggere molto meno. «Assurdo, ho presentato uninterrogazione in Comune per capire cosa stia accadendo, perché un ente pubblico come la Regione applichi queste vere e proprie gabelle aggiuntive - incalza Aldo Praticò, capogruppo di An al Comune di Genova - Ma soprattutto ho dato incarico ai miei legali di verificare se esistono gli estremi per denunciare la Regione. Voglio capire se quei tassi sono legittimi o davvero configurano il reato di usura ai danni dei cittadini. E poi pretendo di sapere dove vanno a finire quei soldi». Stavolta la spiegazione del diritto di riscossione riconosciuto al provider regge poco, perché gli 11.88 euro compaiono alla voce «sanzione», voce che non può dipendere da soggetti privati e deve essere fissata dalla legge.
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