Bolloré chiude le polemiche: «Bernheim è un genio con lui relazioni ottime»

«Le mie relazioni personali con Antoine Bernheim sono ottime e improntate a un grande affetto. Quindi assolutamente non c’è la minima ombra tra me e lui. Bernheim è un genio e un uomo eccezionale. Evidentemente sarà lui il primo a pensare e a costruire il futuro del gruppo perché è sempre stato molto attaccato all’Italia». Così si è espresso il finanziere Vincent Bolloré, importante socio di Mediobanca, interpellato a Parigi a margine dell’assemblea di Havas. «Innanzitutto le Generali hanno messo a segno risultati finanziari notevoli e la loro quotazione di Borsa cresce più di quella di Axa e di Allianz. Dunque il percorso di Generali negli ultimi 18 mesi è eccellente», ha poi spiegato Bolloré. Inoltre, «qualche settimana fa il board ha rinnovato la propria fiducia a Bernheim. Quindi, tutto va per il meglio nel migliore dei modi», ha aggiunto il finanziere bretone.
«Antoine è una persona meravigliosa e un grande presidente delle Generali. È stato nominato per tre anni, quindi non c’è alcun problema», ha tenuto a sottolineare Bolloré. Nei mesi scorsi - ha poi concluso - «è stata posta una questione sulla governance cui è stato risposto tranquillamente. Non si può continuare a porla tutte le settimane. Non serve a niente».
Le parole di Bolloré seguono l’imbarazzo e il fermento seguiti alle parole pronunciate a fine anno dall’anziano presidente ai dipendenti del gruppo: Bernheim aveva parlato di «azionisti mafiosi che tramano contro di me».

Avevano fatto seguito delle indiscrezioni che indicavano un Bolloré «infastidito», pronto a mediare per una soluzione - si diceva - condivisa da tutti: Antoine Bernheim presidente onorario, Claudio Costamagna presidente e Giovanni Perissinotto amministratore delegato con poteri rafforzati.

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