Bollorè: «Mediobanca resti il primo azionista delle Generali»

da Milano

«Mediobanca è l’azionista di riferimento delle Generali e deve restarlo». È quanto ha detto Vincent Bollorè a Les Echos all’interno di un’inchiesta che il quotidiano parigino ha dedicato a Piazzetta Cuccia dal titolo: «La metamorfosi di Mediobanca». «Quando sono arrivato nel 2001 - dice Bollorè - c’era lo psicodramma permanente. Oggi gli amministratori applaudono alla fine del consiglio. La politica dei blocchi di azionisti (banche, italiani e stranieri) ha funzionato. Nessuno controlla Mediobanca ed è così che fornisce i suoi migliori risultati».
Nell’articolo Les Echos cita fonti vicine alla banca che definiscono «un mito utilizzato per alimentare fantasmi» la voce secondo la quale il gruppo degli straniere avrebbe il 20% di Mediobanca e non solo il 10% sindacato. E le stesse fonti sottolineano l’indipendenza delle scelte di fronte all’ipotesi di un’alleanza di Generali con Axa: «Potrebbe essere una buona operazione per il presidente di Axa, Henri de Castries, ma se il vertice delle Generali e noi non vogliamo, chi potrebbe imporcelo? Noi siamo più indipendenti di quello che si pensa».
Il quotidiano cita affermazioni del direttore generale Alberto Nagel e del condirettore Renato Pagliaro che descrivono la diversificazione attuata della banca che, nel portafoglio partecipazioni, si è ormai concentrata solo su Generali e Rcs. Da parte sua il presidente Gabriele Galateri di Genola nega che il sindacato sia un freno allo sviluppo della banca e sottolinea che «il patto ha dato un segnale di stabilità al management».


Nel finale dell’articolo Les Echos si chiede se la banca sia ormai libera dai giochi di potere e dagli scontri tra soci e ricorda i prossimi appuntamenti della nomina del presidente in occasione della prossima assemblea degli azionisti di ottobre, il rinnovo del patto in scadenza nel 2007 e la volontà di alcuni soci come Fiat, Pirelli e Unicredit di voltare pagina.

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