Roma - Bologna è una città senza sindaco. E visti i tempi delle dimissioni di Flavio Delbono (il termine ultimo per votare insieme alle Regionali è scaduto il 21 gennaio) il Comune potrebbe restare commissariato per un anno. Ma il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, su sollecitazione di Pd e Pdl felsinei apre a un'ipotesi per votare nella prossima tornata elettorale. "Sono disponibile a fare un provvedimento d’urgenza, ma in una vicenda così delicata voglio il consenso di tutte le parti politiche" risponde così ai cronisti che lo interpellano sull’ipotesi di voto anticipato per il rinnovo del consiglio comunale di Bologna. Maroni spiega che "non c’è discrezionalità" da parte sua, "ma c’è una legge che prevede tempi precisi: il termine utile per votare il 28 marzo è scaduto il 21 gennaio, e a oggi non mi risulta che le dimissioni siano state formalizzate, c’è stato solo l’annuncio, e quindi sto a vedere cosa succede".
Ampio consenso Il ministro ha quindi ricordato che "qualcuno ha chiesto un provvedimento d’urgenza per votare il 28 marzo o in autunno: è stato fatto in passato, a esempio a
L’Aquila. Io non sono contrario, ma prima bisogna che arrivino le dimissioni". Maroni ha comunque sottolineato che per farlo servirà un largo consenso, "altrimenti non ci sarà un provvedimento autonomo del governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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