Bologna vola, Milano chiama Peterson

La Fortitudo batte l’Armani e la Virtus passa a Livorno

Oscar Eleni

Tre partite fanno una prova anche nel campionato di basket. L’Armani è nella bufera, sfasciata (85-70) da una Climamio vagotonica ma proiettata davvero nel futuro e dal fuoco amico di un presidente che ancora prima del verdetto aveva scelto i colpevoli: l’allenatore Lardo e Bulleri, l’uomo che lui aveva già preso in primavera senza consultare nessuno. Milano cade per la terza volta consecutiva in campionato e sente in faccia il vento della gioventù di Marco Belinelli (22 punti in 27 minuti, 6 su 10 da tre, 3 assist) che alla terza grande prova consecutiva in carriera dimostra di essere un campione di quelli che possono far sognare.
Oggi il consiglio di amministrazione dell’Olimpia prenderà una decisione su come andare avanti. Tutti scaricano le colpe su qualcun altro, ma in vista della trasferta a Zagabria, della partita in casa con la Benetton (ieri vincitrice senza patemi su Reggio Emilia) e del viaggio a Tel Aviv, difficile dire se basterebbe un tutore della saggezza di Dan Peterson perché nel regno di Gino Natali è difficile davvero poter dire e fare qualcosa.
Mezzogiorno imbarazzante per come è stata arbitrata la partita, a Watson hanno fischiato addirittura un fallo per una palla intercettata con la faccia, per come è stata giocata all’inizio con Milano ferma a 2 punti per 5 minuti, per la facilità con la quale la Fortitudo ha cambiato volto alla partita che già sembrava avere in mano dopo il primo parziale di 8-0 e che ha rimesso in gioco fino al pareggio (17-17), per il Galanda senza gambe, liberando la mente con il 3 su 3 di Belinelli ed il parziale di 20-7 che ha sfasciato le scarpette rosse, andate poi anche sotto di 22 punti.
Gelsomino Repesa vive il suo purgatorio per aver accettato di rivoluzionare la squadra campione d’Italia, ci lavora sopra, cerca di capire che cosa tengono in tasca quelli nuovi, si compiace per aver portato Belinelli a questo livello, per aver dato a Bagaric una vera dimensione (anche se ogni tanto il gigantone è tardo di riflessi, ma nelle tre dimensioni è bravissimo perché passa pure bene), con la speranza di avere presto il vero Mancinelli, puntando anche sulla scommessa Bruttini, ieri ai primi punti in serie A, perplesso per il narcisismo di Becirovic, per i cali d’umore di Garris, curioso di capire quanto vale davvero Green, convinto che Rombaldoni e Kommatos, così come Ress e Watson, potrebbero, alla fine completare bene anche questa rivoluzione. E la Virtus ha completato la sagra di Bologna imponendosi a Livorno (88-85) dopo un supplementare.
Per Milano, invece, il futuro è angoscioso: Blair zoppica, Coldebella è fuori da tempo, Fajardo e Schultze sono cambi non partenti, così come Vukcevic, mentre Shumpert è un giocatore senza personalità. Il più stordito è sicuramente Bulleri a cui non hanno certo fatto bene le critiche di un presidente che punta il dito sui colpevoli nel momento in cui serviva silenzio. Stile degli uomini. I giocatori vagano confusi, perché non si riconoscono più nel patto di ferro con l’allenatore.

Succede quando ci si sente improvvisamente ricchi, succede quando non esistono punti di riferimento dirigenziali, idee chiare sul mestiere delle armi. Oggi sarà processo e un Galliani stravolto dalla doppia caduta di Olimpia e Milan non è certo il tipo che può andare in due spogliatoi portando la calma.

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