Sport

Bolt e la Pellegrini, c’è da fidarsi

Combattere contro un cronometro è una cosa seria. Combattere contro i propri dubbi è peggio. Il Golden gala ci dirà se Bolt sta risolvendo i suoi dubbi. E se Federica si è ripresa dagli europei

Combattere contro un cronometro è una cosa seria. Difficile imbrogliare. Combattere contro i propri dubbi è ancora peggio. Oggi il Golden gala ci dirà se Usain Bolt, un re del mondo e fino a prova di doping un tipo credibile, sta risolvendo i suoi dubbi. In questo periodo ci siamo ritrovati a verificare il positivissimo essere umani di due campioni: Bolt appunto e Federica Pellegrini. Ciascuno a modo suo è caduto nel classico buco nell’acqua. Bolt ha corso da tartaruga (ovviamente per le abitudini) a Ostrava nei 100 metri e Federica è andata alla moviola nel 400 stile libero agli europei di Debrecen. Nemmeno a farlo apposta c’è stata anche una vicinanza geografica. Ed entrambi si sono fatti assalire da dubbi, tormenti, interrogativi. Bolt con il fare un po' scanzonato. Federica con le tipiche tensioni da donna, primadonna, insomma con il suo caratterino.

Però c’è da ringraziarli. Pur contro volontà, hanno creato suspence, thrilling, tutto quanto condisce la vera attesa nello sport, crea emozioni che poi finiscono in esaltazioni o delusioni. Insomma qui, a divertirci, saremo solo noi spettatori. Ma questo è sport in cui credere. Atletica e nuoto sanno essere una cosa seria. A differenza del calcio che, da decenni, naviga tra imbrogli e realtà. Il doping ha fatto danni nell'atletica, ma Bolt ha la faccia di un salvatore e le sue sfide col cronometro sono fantastiche, quando non diventano fantascientifiche. Usain, in questi anni, è andato in sofferenza per il mal di schiena e, probabilmente, sta scontando ancor oggi la dura lotta. Eppure ogni gara sua sollecita fantasie ed emozioni. Ti aspetti sempre il tempo da record, come fosse un pugno da ko. Non importa che vinca o, ancor meglio, che perda. Conta che ci sia. In caso di sconfitta non ci sarebbe nulla di più attraente a condire l'attesa olimpica.

Come per Federica: nazionalismo vuole che lei arrivi ai Giochi già rassicurata dai risultati e da altre gare, ma immaginate il brivido dell’attesa arrivandoci al buio. Entusiasmante per noi, stressante per lei. Ma questo è il bello dello sport. Godiamoci stasera Bolt. E nel futuro Federica. Con loro possiamo fidarci.

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