Bolt e le sue sorelle: fenomeno Giamaica nei 100

Fraser e compagne dominano lo sprint: "Ci ha lanciate lui". Dietro Usain spunta tutta un'isola

Bolt e le sue sorelle: fenomeno Giamaica nei 100

Pechino - I cinesi l’hanno già ridefinita Caribbean cruise, una crociera caraibica: invitati solo i giamaicani. Vince Bolt e sbalordisce il mondo. Sfrecciano tre ragazzine nero verdi e fanno sorridere l’universo per la gioia contagiosa che regalano allo stadio del Nido. Tre giamaicane ai primi tre posti dei 100 metri sono novità assoluta, ma anche per lo sprint delle donne. Solo altre cinque volte i Giochi hanno visto una tripletta femminile. Shelly Ann Fraser è un topolino tutto pepe di 22 anni: è sfuggita via a modo suo. Quanto Bolt è stato devastante, lei guizzante e irridente. Non è stato record, solo un tempo dignitoso: 10”78. Sherone Simpson, 24 anni appena compiuti, e Kerron Stewart, altrettanti, l’hanno seguita come spie. Le americane sono rimaste con tanto di naso. Erano tre pure loro, ma Torri Ewards è arrivata ultima, le altre hanno arrancato. Poi hanno provato a disfare il trio con un reclamo: una falsa partenza non segnalata. Respinto.

E quelle tre non hanno smesso di ballare il loro reggae. «Merito di Bolt», hanno spiegato. «La sua vittoria ci ha esaltato. Ha fatto cose da pazzi. Perché non possiamo provarci pure noi?». Detto e fatto. Usain e Powell sono gli eredi di Don Quarrie, il velocista padre di tutti loro. Aveva pronosticato sei medaglie, forse ci ha preso per difetto. La Giamaica oggi è la più potente corazzata dello sprint, maschile e femminile. Le donne hanno mancato l’ultimo podio olimpico 20 anni fa a Seul: medaglia di legno. Merlene Ottey è stata la regina incontrastata dei piazzamenti e delle finali. Gli uomini non hanno più visto podio dal 1976 (appunto Don Quarrie), ma quasi sempre sono stati presenti in finale. Paese di circa 2 milioni e mezzo di abitanti, ma tutti votati allo sprint. Il resto non conta, si fatica troppo. Reggae e relax sono le parole chiave di Bolt, il segreto della velocità giamaicana. Ieri Michael Johnson gli ha pronosticato un futuro da extraterrestre. «Bolt ha fatto la corsa più incredibile che io abbia visto. Batterà anche il mio record sui 200 m. ma non qui a Pechino». Domani ci sarà la finale, vedremo!

Di certo mister record potrebbe avvicinare quei limiti che scienziati e studiosi giudicano invalicabili ancora per decine di anni. Secondo recenti ricerche, il picco degli uomini jet sarà raggiunto tra il 2020 e il 2060, ma non si riuscirà ad andare sotto i 9”15, che corrispondono ad una velocità di km. 39,344/ora. Pensate che Bolt ha corso i 100 con un picco di km. 37,2/ora, di poco inferiore ai km. 37,3 di Johnson, quando fece il record sui 200 m. Chissà quanti Bolt passeranno per arrivare a 9”15, previsti oltre il 2254. Per un 9”24 potremmo attendere solo fino al 2187.

Ma questo abbattere muri, anche nel nuoto, sarà tutto merito degli uomini? Doping a parte, servono almeno 4 caratteristiche: metodiche d’allenamento, superficie delle piste, attrezzatura e vestiario. Nel nuoto, dove i primati cadono più facilmente, si aggiunge la scorrevolezza dell’acqua. Poi devono nascere i Bolt e i Phelps.

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