Una bomba contro la legalità anzi «un atto con modalità mafiose» ha dichiarato il sindaco di Paderno Dugnano Marco Alparone già nel corso della notte davanti alla sede della polizia locale semidistrutta da una bomba. «Non ci faremo intimidire, già venerdì la comunità darà una risposta forte con una fiaccolata di solidarietà ai nostri vigili urbani» ha subito annunciato il primo cittadino.
Paderno Dugnano, una ventina di chilometri a nord da Milano, ha infatti i nervi molto scoperti quando si parla di malavita. Proprio qui si riunivano infatti i capi delle ndrine calabresi che stavano dando lassalto alleconomia dellintera intera regione. Scegliendo, con un certo qual macabro umorismo, come sede di riunioni la sala dedicata a due martiri della mafia come i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. «Adesso abbiamo tolto il centro al vecchio gestore e labbiamo affidato a una serie di organizzazioni come lAssociazione carabinieri in congedo per dare un forte segnale di legalità» spiega ancora il sindaco davanti al comando vigili ancora fumante.
Un segnale di legalità che forse ha dato fastidio a qualcuno che laltra notte ha voluto replicare «per le rime». Accumulando polvere da sparo, per altro di facile reperimento, davanti alla saracinesca dingresso, usando poi come miccia una striscia di benzina lunga circa quattro metri. Il botto all1 di notte ha svegliato tutti i residenti di via Buozzi, divelto la cler, tirato giù le pesanti vetrate, incendiato gli interni. I pompieri hanno spento in fretta le fiamme e permesso i rilievi ai carabinieri guidati da Giuseppe Spina, comandante gruppo di Monza, Michele Piras, nucleo investigativo e Lino Pantaleo, compagnia di Desio.
Si analizza lordigno, che è già tanto definire artigianale: facile da concepire e ancora più facile da realizzare. Il primo pensiero va dunque al gesto di qualche scriteriato che si è sentito perseguitato dalla polizia locale e ha voluto vendicarsi. Anche perché i segnali mandati dalla criminalità sono di solito chiari e non equivoci. Ma ovviamente tutto è possibile, persino un tentativo di depistaggio. I militari hanno già individuato le telecamere in zona e sequestrato le registrazioni nella speranza contengano qualcosa di utile.
«Non credo al gesto isolato, alla bravata - replica però Alparone - anche con il comandante dei carabinieri di Monza Giuseppe Spina abbiamo analizzato laggressione e abbiamo convenuto che sicuramente nella sua attività di polizia giudiziaria, i nostri agenti hanno toccato qualcosa di importante. Sono convinto che analizzando le indagini dei nostri vigili, troveremo spunti importanti.
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