Bombe inesplose a casa di due sottosegretari

da Milano

Due ordigni esplosivi identici sono stati ritrovati ieri in Sardegna davanti alle abitazioni di due sottosegretari dell’Unione. Non è giunta nessuna rivendicazione, ma è chiara l’intenzione intimidatoria, tanto che il presidente del Consiglio Romano Prodi ha parlato di «strategia criminale».
Il primo è stato disinnescato dagli artificieri dei carabinieri davanti a Cagliari, davanti alla casa del sottosegretario alla Difesa Emidio Casula. A scoprirlo verso le 9 del mattino i militari della scorta dell’uomo politico, quando sono andati a prenderlo. Il secondo - non in grado di esplodere - è stato trovato qualche ora dopo a Bacu Abis, a circa 70 chilometri dal capoluogo, dalla moglie del sottosegretario all’Economia Antonangelo Casula (i due non sono parenti) in una busta.
Ogni ordigno era composto da un cilindro con all’interno esplosivo da cava (non è stato ancora stabilita la quantità esatta), un detonatore, una sveglia, una batteria, una micro lampadina, fili elettrici e polvere da sparo. È in corso un’analisi tecnica del Ris, il reparto dei carabinieri specializzato in analisi scientifiche. I ritrovamenti riportano alla memoria decine di attentati avvenuti negli ultimi anni in Sardegna e attribuiti per lo più a sigle sovversive e dell’indipendentismo sardo. Ma secondo il questore di Cagliari, Giacomo Deiana, «la vicenda è talmente inconsueta da rendere possibile ogni pista. Potenzialmente le bombe potevano esplodere facendo danni, ma forse gli errori nel confezionamento sono stati compiuti intenzionalmente. Per me si tratta di atti intimidatori».
Gli inquirenti prestano particolare attenzione al ruolo del sottosegretario alla Difesa Emidio Casula, che sta gestendo il difficile rapporto con l’amministrazione regionale sarda sul tema della presenza militare nell’isola.

Il sottosegretario sta svolgendo un’indagine conoscitiva voluta dal governo nel tentativo di ridurre la pressione delle servitù militari in Sardegna.
Oggi il viceministro dell’Interno Marco Minniti riferirà alla Camera.

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