Bonanni alla Cgil: basta rapporti ambigui

Il leader della Cisl: "Inseguire i movimenti antagonisti è una fesseria pericolosa". Epifani: molti ci hanno messo in mezzo

Bonanni alla Cgil: basta rapporti ambigui

Roma - Scaricati. Guglielmo Epifani non usa queste parole, ma in un’intervista si toglie qualche macigno dalla scarpa dopo il ciclone che ha investito il suo sindacato per il coinvolgimento di alcuni cigiellini nell’inchiesta sulle br del Nord: «Mi sarei aspettato che i partiti tenessero più conto di quel che il sindacato esprime», si sfoga a manifestazione (di Vicenza) conclusa. Ma neanche i cugini della Cisl danno pieno sostegno. Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni avverte: i metalmeccanici della Fiom Cgil devono smetterla di flirtare con i movimenti antagonisti. La difesa della Cgil per ora arriva dalla sinistra dei ds: non può passare sotto silenzio il tiepido appoggio della sinistra istituzionale al sindacato più rappresentativo d’Italia.
«Siamo stati messi in mezzo da molti, siamo finiti sotto il tiro delle forze di opposizione, con la rilevante eccezione di Fini», puntualizza Epifani in un’intervista a La Stampa. Ma la polemica è tutta rivolta ai partiti. Quelli che hanno lanciato inviti «alla sorveglianza» «sono diventati partiti di opinione che stanno attenti solo a quello che dicono giornali e televisione - attacca il segretario della Cgil -. Non hanno più le radici di un tempo tra i lavoratori, tra la gente». Difficile che Epifani si riferisca a Forza Italia o Alleanza nazionale.
Il numero uno della Cgil avverte anche che un governo che non si affianca agli elettori è una circostanza che deve avvenire «in casi eccezionali», altrimenti ci sarebbe una coalizione «che fa fatica a mediare tra le due diverse anime». Un rischio reale: finora la maggioranza ha tenuto, ma, osserva Epifani, «vedo crescenti sofferenze, vertici ripetuti, polemiche all’ordine del giorno».
Anche il sindacato ha le sue colpe, interviene però il collega Bonanni che, oltre alla solidarietà, esprime preoccupazione: la scelta del congresso della Fiom di stare nei movimenti «è un errore. Perché un sindacato che insegue i movimenti antagonisti fa una fesseria. Una fesseria che certe volte può diventare pericolosa». Per questo, ad avviso del segretario della Cisl, la Cgil dovrebbe chiedere «alla Fiom di chiarire la sua natura. Se vuole essere un sindacato o un movimento politico antagonista». Perché «l’antagonismo può diventare fine a se stesso. E, quando accade - avverte Bonanni - il rischio di finire nel girone infernale dell’eversione è, come si vede, molto forte». Parole troppo allusive per l’offeso Gianni Rinaldini, leader della Fiom: «Mi sento molto vicino ad Epifani, perché capisco quanto sia difficile tenere rapporti con Bonanni», lo critica pesantemente.
Al segretario del primo sindacato arrivano dunque attestati di stima. Ma dalla sinistra della Quercia.

Epifani «ha ragione», dice il ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi: il sindacato deve vigilare sugli infiltrati, ma «io difendo la Cgil - si schiera - guai a chi punta il dito accusatore contro il sindacato, che è stato e resta un baluardo della vita democratica di questo Paese». Dice «grazie alla Cgil» il diessino Cesare Salvi, «per cento anni di battaglie per la democrazia e per il mondo del lavoro. Qualcuno - puntualizza - sembra essersene dimenticato, anche dalla nostra parte».

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