Boncompagni: «Faccio dormire? Ucciderò un tecnico in diretta»

Il conduttore parla del suo debutto su La7 con «Bombay», con Giulio Andreotti e Claudio Sabelli Fioretti, accolto da critiche contrastanti

Boncompagni: «Faccio dormire? Ucciderò un tecnico in diretta»

da Milano

«Non c’è niente da fare, io amo il cazzeggio», firmato Gianni Boncompagni. Soddisfatto del debutto su La7 con Bombay (335.852 spettatori e il 3.63 per cento di share) pensa già a come aggiustare il tiro nelle prossime puntate. «È stata la prima, ci sono molte cose da sistemare, ma l’importante è che ci siamo divertiti e abbiamo creato una bella atmosfera con tanta gente simpatica».
Quindi è vero che ci si diverte di più a fare la tv che a guardarla.
«Certo. Io la tv non la guardo. Un reality lo guarderei solo se mi ci condannasse un giudice. Ho visto il Grande fratello all’inizio, poi basta. La tv dei tronisti e dei “Costantini” non m’interessa».
Però nei suoi show ci sono sempre ragazzine scatenate.
«Stavolta non sono riuscito a controllarle, si sono buttate allo sbaraglio e in effetti erano troppo ammiccanti, così non mi piace, ma dalla prossima volta anche questo cambierà. Ci vuole un po’ di rodaggio».
La critica si è divisa su Bombay...
«Sono d’accordo con chi ha scritto che si è addormentato guardandoci. Infatti voglio proprio riguardare la cassetta dello show, visto che dormo poco spero tanto che mi sia utile. Del resto il critico dal suo punto di vista ha ragione: avevamo promesso chissà che e poi ci siamo comportati come boy scout. Ora passeremo alla trasgressione».
Cioè?
«Abbiamo deciso di sgozzare un tecnico in diretta. Sangue ovunque, la gente che grida spaventata e noi avanti imperterriti con le nostre battute e le nostre risate. Che ne pensa?».
Siete voi che avete annunciato uno show provocatorio.
«Infatti quella dello sgozzamento sarà una grossa provocazione. Cosa dovevo dire? Sarà uno show banale, già visto, noioso, che fa vomitare?».
Comunque è riuscito a far recitare Andreotti.
«Visto che bravo nei panni del dottor Cobelli? Eppure non è un ragazzino. Nessuno credeva che fosse il vero Andreotti, nemmeno gli addetti ai lavori. Pensavano fosse un fermo-immagine, o un sosia perfetto, mi hanno fatto un sacco di complimenti. Ho faticato a convincerli. Andreotti in realtà ha partecipato perché è amico di famiglia di Giovanni Benincasa, il mio complice in questa avventura».
Lo spazio serio è affidato a Sabelli Fioretti.
«Si, è un momento di rottura col resto del programma e anche questo va valorizzato».
Insomma la vediamo soddisfatto?
«Sì, l’impianto c’è, le immagini anche, le idee pure, anche se, ripeto, vanno sviluppate; è un programma che per La7 è centrato e va bene. Alla fine abbiamo avuto oltre due milioni di contatti. Il pubblico si è incuriosito».
Lei sottolinea La7, anche in trasmissione ha detto «non è la Rai...».


«È una battuta divertente, adatta a rompere il ghiaccio; l’ho detto che amo il surreale, il cazzeggio, non la goliardia che sa di antico, di qualcosa di fuori moda legato ad un tempo che non torna. Invece oggi c’è tanto bisogno di ironia e buonumore».

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