Bondi, Verdini e La Russa, ecco i tre coordinatori a fianco del presidente

Il Cavaliere scelto all'unanimità per alzata di mano. Al vertice del partito un triumvirato e 23 "senatori"

Roma L’onda gialla, attesa e liberatoria, si gonfia e s’infrange davanti agli occhi vigili del notaio. I cartellini color del sole vengono sventolati dai 5.820 delegati dello storico congresso del Pdl e lo statuto riceve il formale ok: soltanto 4 contrari e 5 astenuti. Di fatto unanimità. Eletto per alzata di mano, anche se potrebbe essere acclamato, il presidente Berlusconi: l’unico candidato alla guida del partito. Un’alzata di mano più formale che altro, visto che l’incoronazione del leader è avvenuta con un forte e fragoroso applauso. Ma che partito è il Pdl: liquido, solido o gassoso? A prescindere dalle definizioni sarà un partito presidenziale con una struttura a piramide. Al vertice, il leader. A scalare, tutta una serie di tradizionali organismi. Ma c’è una grossa novità, che riguarda la base della piramide, racchiusa negli articoli 2, 4 e 10. L’articolo 2 parla degli aderenti, il 4 degli associati. I primi sono i registrati al partito, sul modello americano. È sufficiente aver compiuto 16 anni per aderire al Pdl e partecipare così a tutte le attività del Popolo della libertà. Assicurato il diritto di elettorato attivo: si potranno, cioè, votare buona parte di cariche interne. Poi ci sono gli associati, gli iscritti veri e propri, i titolari del diritto d’elettorato passivo: loro potranno essere votati, designati o nominati a cariche interne. L’altra novità, «rivoluzionaria» per dirla con le parole dell’onorevole Daniele Capezzone, sta nell’articolo 10 che apre di fatto alla consultazione diretta attraverso internet.
«Dopo cinquant’anni in cui abbiamo avuto soprattutto partiti degli eletti, da oggi nasce il partito degli elettori, rovesciando così la piramide del potere interno. Noi - assicura Capezzone - vogliamo andare al di là del gioco delle tessere». Sarà pure un Pdl presidenziale o carismatico ma anche un organismo aperto, pragmatico e inclusivo. Accanto al territorio, alle sezioni e ai circoli avrà un peso determinante il web. Partito internet, facebook, social network: spalancato alla modernità in modo che, ripete Capezzone, «sia aperto a tutti, specie ai giovani, contro il disfattismo del “non occupatevi di politica”».
Il leader, che ha ampi poteri sulla definizione della linea politica, sarà coadiuvato da tre coordinatori nazionali da lui nominati che presentano le liste e le candidature elettorali. Forse i tre «pretoriani» del Cavaliere (Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi) si sarebbero aspettati una chiamata solenne sul palco della fiera. Cosa che non è avvenuta ieri perché il proscenio è stato letteralmente preso d’assalto nell’impeto festaiolo. Sotto il presidente pure l’Ufficio di presidenza, composto da 34 membri che, di concerto con il leader, nomina i «tentacoli» del partito come i coordinatori regionali. Ne fanno parte il presidente, i tre coordinatori, i capigruppo e i loro vice di Camera, Senato e Parlamento europeo e da altri 20 membri eletti dal congresso.
La struttura si completa con la Direzione nazionale, composta da 120 membri eletti dal Congresso, convocato in via ordinaria ogni tre anni o quando ne faccia richiesta l’ufficio di presidenza o il 40 per cento del consiglio nazionale.


E poi il Consiglio nazionale composto da parlamentari, ministri, presidenti di Regione, sindaci delle città capoluogo di provincia e altri dirigenti locali. Completano il quadro dieci responsabili nazionali di altrettanti settori che vanno dall’organizzazione alla formazione del partito.

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