Daniela Uva
«Il reato di stupro deve essere assimilato a quello di omicidio volontario». Nessun dubbio per Viviana Beccalossi, vice presidente alla Regione Lombardia. Dopo lultimo grave episodio avvenuto nel capoluogo lombardo, aumentano le voci di chi ritiene che occorrano provvedimenti severi e immediati. «È inaccettabile che nellItalia del terzo millennio non sia possibile frequentare in sicurezza e tranquillità un giardino pubblico o una strada cittadina - dice lesponente di Alleanza nazionale -. Non tutti i delinquenti sono clandestini, ma molti, anzi troppi clandestini sono delinquenti».
Nessuna intenzione di criminalizzare tutti gli immigrati, solo la constatazione di un disagio sociale sempre più profondo. «Gli episodi accaduti in questi giorni a Milano sono gravi e segno di un malessere diffuso in città - conferma Andrea Fanzago, capogruppo della Margherita al Comune -. Prima di tutto bisogna esprimere la massima solidarietà alle vittime». In secondo luogo occorre garantire più sicurezza. «Dove sono tutte le telecamere installate, i poliziotti di quartiere, i vigili di caseggiato - si chiede -, è evidente che queste politiche non sono servite a risolvere il problema della sicurezza nelle nostre città».
Il dito viene puntato contro la legge Bossi-Fini, rea, per qualcuno, di aver fallito nel merito. «È evidente che né questo provvedimento né la tolleranza zero sono riusciti a contrastare la criminalità e tantomeno la specifica criminalità dellimmigrazione - dice Nando Dalla Chiesa, consigliere comunale e presidente della Margherita Città di Milano -. È arrivato il momento di offrire al Paese concrete strategie di controllo del territorio». Fra le misure ritenute più urgenti, il potenziamento di poliziotti di quartiere in grado di battere palmo a palmo il territorio. «È indispensabile anche rafforzare i controlli nei campi nomadi la cui presenza in città sembra ormai incompatibile con le esigenze di vivibilità dei residenti - aggiunge Davide Boni, assessore regionale al Territorio -. Sarebbe giusto procedere alla schedatura obbligatoria e al rilevamento delle impronte digitali di tutti gli ospiti di questi campi».
Quanto a misure più severe, come la castrazione chimica, è unanime il coro di dissenso.
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