Francesca Angeli
da Roma
La legge sullaborto non era in discussione prima e non lo è neppure adesso. Il fallimento del referendum non cambia le carte in tavola. Questa la riflessione allinterno della maggioranza ed in particolare di Forza Italia subito dopo la vittoria dellastensione. Una posizione ufficializzata da Francesco Giro, responsabile azzurro per i rapporti col mondo cattolico.
«Per Forza Italia la legge 194 sullaborto è intoccabile e non cambierà sotto la pressione del voto referendario», chiarisce Giro. Semma,osserva, vogliamo soltanto che la 194 sia applicata meglio in tutte le sue parti: «Anche in quelle spesso dimenticate dove si promuove la prevenzione allaborto attraverso un sostegno reale e concreto alle coppie». Identica la posizione del sottosegretario allInterno, Alfredo Mantovano. E dentro la Casa delle libertà sembrano pensarla tutti così. Anche il cattolicissimo ministro per i Beni culturali, Rocco Buttiglione. «Non cè spazio per toccare la legge 194 - dice -. Tutti insieme applichiamola a favore di donna e famiglia». Per Buttiglione la vittoria dellastensione non deve indurre in errore. «Sarebbe sbagliato - dice - immaginare che gli italiani siano immediatamente disponibili a tornare indietro sul tema della prima fase della secolarizzazione, sull'aborto e sul divorzio». E persino Maurizio Gasparri, protagonista di una feroce polemica perché aveva parlato di possibile revisione dellaborto prima del referendum, oggi dice «non ho iniziative in proposito, mi interessa di più la legge sulla droga».
Eppure, anche se dal governo non si levano voci favorevoli alla messa in discussione della 194 e persino il mondo cattolico smentisce questa intenzione, i referendari, la sinistra diessina, i radicali ed anche una fetta di laici di centrodestra sono in fibrillazione perché con la conferma della legge 40 ritengono inevitabile la rimessa in discussione del principio di autodeterminazione della donna.
Pronta a ridiscendere in piazza Emma Bonino, che profetizza il rischio di ricorsi alla Consulta contro la 194 perché laborto entrerebbe inevitabilmente in conflitto con il principio espresso dalla legge 40, che equipara i diritti del nascituro a quelli delladulto, smantellando così il principio di autodeterminazione della donna. «La legge sullaborto - dice - è in pericolo per il clima che si è creato. Il problema è unatmosfera preoccupante di mancanza di laicità».
Dallinterno del centrodestra si levano due voci femminili. Quella del ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, e quella del sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver. «Nei giorni scorsi ho già denunciato l'incompatibilità tra le due leggi - ricorda la Prestigiacomo -.
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