Bono: «Per Fincantieri la quotazione è indispensabile»

da Milano

La decisione sulla quotazione in Borsa di Fincantieri «c’è, ma manca il via libera operativo». Lo ha detto ieri l’amministratore delegato della società Giuseppe Bono durante un’audizione presso la commissione Bilancio della Camera sottolineando che senza la Borsa sono a rischio gli investimenti della società. «Siamo in una fase - ha affermato il numero uno del gruppo - in cui la decisione sulla quotazione c’è, ma non c’è un via operativo. Per la prima volta - ha sottolineato - il governo ha dichiarato che non sarà una quotazione per fare cassa ma fare affluire risorse nell’azienda in modo da poterle utilizzare per lo sviluppo».
Secondo il progetto, lo Stato dovrebbe collocare una quota che si aggira intorno al 48% del capitale in modo da conservarne il 51%, con il restante 1,2% controllato da Citibank. L’incasso previsto è di circa 800 milioni di euro.
Sul progetto pesa, però, l’opposizione della sinistra radicale espressa sul piano sindacale dalla Fiom. E proprio una risoluzione parlamentare voluta dalla sinistra estrema ha impegnato il governo a non procedere con la quotazione prima di un accordo tra azienda e sindacati sul piano industriale.
A questo proposito, parlando con i giornalisti al termine dell’audizione, Bono ha osservato: «Per quel che ci riguarda si resta sulla decisione di procedere per la quotazione in modo da sbarcare in Borsa nel primo semestre 2008».
E sulla netta contrarietà espressa dalla Fiom ha aggiunto: «Con la Fiom parlo tutti i giorni e sono ancora disposto a farlo ma loro partono da una posizione pregiudizialmente contraria alla Borsa piuttosto che al piano industriale». Bono ha parlato anche dell’eventualità che l’approdo al listino salti.

«Se l’azienda non sarà portata in Borsa - ha detto - andrò dall’azionista a spiegare quali saranno le conseguenze dal punto di vista industriale e dei mancati investimenti». Lo sbarco in Borsa, ha quindi ribadito, «è necessario per il consolidamento del business».

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