Cultura e Spettacoli

Bonolis fa outing da Chiambretti: "Sono televisivamente bisessuale"

Duello di battute nel Night di Italia 1. Piero: ma se tuo figlio volesse fare il tronista? Paolo: non saprei con cosa picchiarlo

Bonolis fa outing da Chiambretti: "Sono televisivamente bisessuale"

Un match tra due battutisti nati. Due fulmini della risposta pronta, due campioni dell’umorismo. Si sono sfidati ieri sera nel night club di Cologno Monzese, il padrone di casa Pierino Chiambretti e un «numero uno» Mediaset: Paolino Bonolis. Una sfida all’ultima risata. Il presentatore romano l’aveva ospitato al Senso della vita e se ne erano viste delle belle, ora Chiambretti ha restituito l’invito. Tra le solite ragazze desnude, i giovanotti dalla sessualità complicata e i fenomeni da circo che solitamente popolano la notte di Italia 1, Bonolis ci ha sguazzato alla grande. Già dalla prima battuta, si capiva dove si andava a parare. Piero l’ha presentato come «più astuto di Topolino e più facoltoso di Paperone», come «il cervellone, il traghettatore, il fiore all’occhiello della Tv».

Poi subito ci si è tuffati sull’affaire televisivo più scottante del momento: Sanremo. E Chiambretti ha cercato di tirar fuori da Bonolis qualche freccia velenosa. Perché l’asso di Canale 5 un po’ ha rosicato vedendo il successo di Antonella Clerici di quest’anno, dopo che lui le ha consegnato un Festival rinato e rinnovato. «Tu che sei nato a Borgo Pio, vicino al Papa, e che fai i miracoli degli ascolti, non ti sei ingelosito un po’?». Lui ha voluto mettere i puntini sulle «i»: «Il Festival ha vissuto di serate favorevoli, certo non basta, ma aiuta. Mediaset ha fatto la scelta politica di non controprogrammare, altre volte (si riferisce al suo Sanremo dello scorso anno) ha fatto una scelta economica di controprogrammare». In sostanza, Paolino fa capire ai vertici Mediaset di non aver gradito totalmente la disparità di trattamento (benché tanta bontà verso la Clerici sia in parte merito di Lucio Presta, agente di entrambi). Comunque si tratta di due situazioni politico-televisive diverse. Paolino rivendica allora che il suo Festival ha avuto un ritmo particolare, ospiti illuminati e grande divertimento.

Ma è il momento nostalgia il più spassoso. In una sfida al peggio degli esordi di carriera, partono le immagini di Pierino quasi in fasce presentatore di Big, programma per bambini sulla Rai e quelle di Bonolis nell’omologo Bim bum bam di Mediaset. Il padrone di casa: «Guarda, abbiamo rincoglionito tre generazioni di bambini, ora questi sono magistrati, avvocati, ingegneri, politici... imputati». Di rimando Paolo: «Già, e si capisce come è venuto fuori Morgan… sta lì ancora nel tunnel (della droga)». «Eh, veniamo alla Tv di oggi: se uno dei tuoi cinque figli ti dicesse che vuole fare il tronista che gli diresti?». «Sto pensando con quale cosa potrei picchiarlo... ». Battuta che forse la De Filippi, la conduttrice di Uomini e donne, non gradirà. Anche perché aggiunge. «Maria? È una grande professionista che magari ora che ha più fiducia in se stessa potrebbe fare altre cose rispetto a quelle che le chiedono». Il riferimento al talk quotidiano dei tronisti è implicito.

E, ancora, in un crescendo di sketch, si arriva ai motivi della facilità con cui Bonolis passa da un’azienda all’altra, accumulando una montagna di quattrini. Chiambretti: ma come fa lei a saltellare da una rete all’altra? «Sono televisivamente bisessuale», è la risposta fulminante. E poi argomenta: «Non importa su quale mezzo lo fai, importa il programma che fai. E poi i dirigenti aziendali passano, gli artisti restano...». Cioè, in sostanza, il gioco è inserirsi nei cambiamenti politici.

Non si può poi non toccare Ciao Darwin, il prossimo show presentato da Bonolis, «l’edizione numero sei, quello della regressione». Perché tirare in ballo la teoria evoluzionistica per un programma Tv? «È solo un gioco, mettiamo a confronto le specie umane, tiriamo fuori gli istinti più bestiali dell’uomo, un carnevale dell’anima». Si parte il 20 marzo: lo spot (ops, si chiama «sinergia aziendale») è fatto.

Si può andare ancora avanti tra pubblicità nel Paradiso della Lavazza («più bella di quella della Nespresso di George Clooney»), amarcord infantili, analisi del metalinguaggio bonolisiano, cattiverie sputate dagli invidiosi, Sordi e Totò.

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