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Boom dei cavalli italiani Frullino record europeo

Ernesto Cazzaniga*

Mi sembra assolutamente doveroso segnalare, anche con legittima soddisfazione, i nuovi grandi successi di cavalli italiani in terra straniera. Innanzitutto c’è da parlare di Frullino Jet, allevato dai Toniatti in quel di Bibione, che domenica a Stoccolma si è imposto da lontano nell’Elite dei 4 anni alla media fantastica di 1’10“9, nuovo primato dei 4 anni italiani e record europeo eguagliato. Ma il momento magico dei cavalli «made in Italy» è proseguito anche in Francia. Sulla magica pista nera di Vincennes, il più grande e prestigioso palcoscenico europeo del trotto un altro quattro anni «made in Italy», Fuego di Jesolo, venerdì sera, guidato da Jean Pierre Dubois (uno dei più grandi uomini di cavalli del mondo), si è imposto a tempo record (1’14“ sui 2800 metri) sbaragliando la migliore concorrenza europea del momento. Ma l’Italia che trotta può gioire anche per il successo di Genny di Jesolo che, nella stessa serata a Vincennes, ha conquistato la prova più ricca della giornata, battendo i migliori tre anni del continente. Ormai i successi in serie dei nostri cavalli stanno a dimostrare, malgrado tutto, il grande livello raggiunto dall’allevamento italiano sia di trotto sia di galoppo. I «cugini» purosangue, infatti, si sono fatti onore di recente con il successo di Distant Way, allevato da Franca Vittadini, nel presidente della Repubblica, e con l’apprezzabilissimo posto d’onore di Storm Mountain, nato sui prati di Isabella Bezzera, nel Derby italiano. Inutile negare l’evidenza: la politica attuata in questi anni dall’Unire e dall’associazione allevatori, malgrado tutti gli attacchi continui a tutti i livelli, strumentali al raggiungimento di altri scopi ed interessi, estranei ad una vera politica di sviluppo dell’allevamento, ha avuto con questi risultati la prova della sua validità.
Nel mondo del calcio avevamo la figura del «designatore» (dico avevamo perché dopo la rivoluzione in atto non so se avremo ancora questo personaggio). Nel mondo dell’ippica il solito e inarrivabile Maurizio Mattii, mente di un sito Internet che ha come unica ragione di vita vomitare veleni contro l’Unire, pare abbia istituito una figura analoga di «designatore» emettendo duri giudizi su personaggi ippici. Gli strali di Mattii si sono abbattuti su Angelo Giuliani e Roberto Morsiani, entrambi «bollati» di inadeguatezza a ricoprire il ruolo di presidente dell’Unire.
L’ippica soltanto sul piano economico sta passando ciò che il calcio sino ad ora ha evitato: un ridimensionamento delle proprie ambizioni ma soprattutto degli appetiti delle varie congreghe che gravitano attorno al settore, le quali dovranno adattarsi a questa nuova realtà così come gli allevatori si stanno attrezzando per poterla superare con minori danni possibili. Non rendersi conto che ognuno deve incassare in proporzione a quanto produce senza far conto sull’assistenzialismo fine a se stesso è da irresponsabili. Mi auguro che il ministro Paolo De Castro, nuovo responsabile delle Politiche agricole, anche in relazione alle proprie passate esperienze ne voglia prendere atto e comportarsi di conseguenza.
Concludo queste note confermando la mia intenzione a candidarmi alla presidenza dell’Upt (Unione proprietari trotto), carica rimasta vacante dopo le dimissioni presentate sabato scorso dall’architetto Vincenzo Mauro. Le elezioni sono state indette nei giorni 27-28-29 luglio.

Sono convinto di poter mettere a disposizione la mia esperienza e conoscenza specifica su tre punti fondamentali per lo sviluppo dell’ippica: distribuzione delle risorse, programmazione delle corse e uso del mezzo televisivo.
* ex presidente dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

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