Una fotografia di abitudini e preferenze del consumatore laziale. A chiarire per quali beni mette più facilmente mano al portafogli, su cosa invece decide di risparmiare, come cambiano le sue priorità ecco la XII edizione dellOsservatorio sul consumo di beni durevoli curato da Findomestic banca, i cui risultati sono stati presentati ieri a Roma. Si scopre così che la capitale conferma di essere capofila regionale, assorbendo insieme alla propria provincia circa il 74 per cento dei consumi complessivi del Lazio. E Roma è anche la provincia più ricca, potendo vantare un reddito medio familiare pari a 20.369 euro, mentre è Rieti a conquistare il secondo posto, con 16.666 euro pro capite.
Come vengono spesi questi soldi? Tra i «must» dello shopping laziale, e su livelli superiori alle medie nazionali, gli acquisti di motoveicoli, e chi vive a Roma se nera probabilmente già accorto, e la spesa in beni per la casa. Ma sono divenuti ormai beni irrinunciabili non solo «must» come lautomobile, ma anche oggetti che fino a qualche anno fa nemmeno esistevano. Un esempio lampante è il telefonino (vendite in aumento del 21 per cento), punta di diamante della «rivoluzione tecnologica» che coinvolge gli italiani e non fa certo eccezione con i residenti a Roma e nel Lazio, dove si registra una decisa impennata (+10 per cento, da 163 euro lanno a 179) negli acquisti dei cosiddetti «elettrodomestici bruni»: televisori (+115,8 per cento lincremento di quantità per gli schermi al plasma), macchine fotografiche (+33,8 per cento) e videocamere digitali, pc, sistemi hi-fi e home theatre, lettori mp3 (+153 per cento) e registratori dvd, ormai presenti in moltissime famiglie. In crescita anche la spesa per mobili, che segna un incremento medio del 3 per cento, salendo dai 678 euro investiti a famiglia nel 2004 a 698 nellanno appena concluso. Stabile ma comunque positivo il dato sui consumi familiari per gli elettrodomestici «bianchi». Per lavatrici e frigoriferi, i laziali hanno speso in media 157 euro, contro i 156 dellanno precedente, ma soprattutto contro un dato nazionale sensibilmente inferiore (146 euro lanno per famiglia). Eppure, nonostante i segni positivi, i laziali risultano tra i più pessimisti in Europa per quanto riguarda la propria situazione patrimoniale.
Come si diceva, sono i cittadini dellUrbe quelli con il reddito medio più alto, e infatti a Roma e provincia vengono rilevati sia la spesa maggiore per tutti i comparti, sia gli incrementi più significativi a livello regionale, con 164 di spesa lanno (+2 per cento) per gli elettrodomestici bianchi, 187 per quelli bruni (+11 per cento), mentre la spesa per i mobili si è assestata sui 691 , confermando lincremento del 3 per cento registrato anche a livello regionale. Decisamente più elevata la propensione al risparmio delle famiglie del Reatino. La provincia laziale, infatti, pur essendo la seconda per reddito nella Regione, nel 2005 è stata quella in cui si è speso di meno sia per gli elettrodomestici «tradizionali» (appena 127 ) che per quelli hi-tech (139 ). E se Viterbo e la Tuscia sono in coda alla classifica per la spesa media in tavoli, sedie e armadi (650 lanno), a spingere i mobili al + 3 per cento conquistato sono Frosinone e Latina. Le famiglie ciociare e pontine, infatti, spendono rispettivamente 767 e 739 lanno per arredare la propria casa, contro la media regionale di 698 . A confermare che il trend positivo per le moto è «guidato» dal traffico di Roma che vede nelle due ruote una delle poche soluzioni, ecco i dati che a livello regionale vedono una spesa media per famiglia di 139 contro i 114 del dato nazionale. Ma a trainare il Lazio è la provincia di Roma, dove la cifra spesa per le moto tocca quota 153 , pari al 34,2 per cento in più della media italiana. Pochi i centauri in Ciociaria, considerato che a Frosinone si investono in motoveicoli appena 74 a nucleo familiare. Ma la «voce» più consistente, restando ai motori, è quella relativa alle auto nuove. Nel 2005 le famiglie laziali hanno speso in media 1.052 per lacquisto di auto nuove, e anche qui la differenza tra province raggiunge la forbice massima tra il dato romano (1.100 ) e quello frusinate, fanalino di coda con 804 .
Eppure, nonostante siano discretamente dediti ai riti del consumismo, i laziali hanno il morale economico a terra. Solo il 33 per cento del campione intervistato si dice ottimista del futuro. Niente segni positivi, qui. Ma ci si può consolare sapendo che il male è comune non solo al resto dellItalia, ma a quasi tutta lEuropa.
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