Cultura e Spettacoli

IL BOOM, quando l’Italia prese la rincorsa

Dalla ricostruzione al miracolo economico: così il Paese uscì dalla sconfitta

Sfuma dal bianco e nero della fine del secondo conflitto mondiale al color seppia del dopoguerra, dalle tinte pastello degli anni Cinquanta ai colori forti del boom economico. È l’Italia dell’altroieri, quella che va dal 1945 al 1968, raccontata nel nuovo capitolo della Storia degli italiani. Vita, cronaca, costume, società, nel dvd dedicato a La rinascita. Dalla Repubblica agli anni ’60. Cinquanta minuti per ripercorrere ventitré anni del nostro Paese. Gli anni forse più tormentati, quelli della disperazione e della speranza, dell’incertezza e della voglia di ricominciare, dell’euforia e della disillusione, qui rivisti e rivissuti attraverso filmati d’epoca, documentari, immagini di repertorio.
Da dove cominciare? Se lo ricorderanno bene molti nostri lettori l’aprile del 1945. Tutt’attorno soltanto distruzione e miseria, macerie e povertà: è l’Italia uscita dalla guerra mondiale, è l’Italia che deve ricominciare a vivere, è l’Italia inebriata dalla pace finalmente ritrovata ma che si guarda attorno smarrita in cerca di un orizzonte verso cui riprendere faticosamente la strada. 20 giugno 1945: Ferruccio Parri costituisce il nuovo governo dell’Italia unita. 9 maggio 1946: il re Vittorio Emanuele abdica in favore di suo figlio Umberto. 2 giugno 1945: nasce con il referendum popolare la Repubblica italiana. Date importanti, storiche che segnano l’inizio di un cammino verso la ricostruzione, verso il futuro, verso il nostro domani.
Come in un album dei ricordi, come in un giudizioso almanacco le immagini si susseguono rapide, incalzanti e spesso valgono più delle parole. Soprattutto attraverso gli sguardi raccontano l’evoluzione politica e sociale, economica e culturale di una nazione, la nostra, attraversata da una diffusa povertà ma percorsa da un grande spirito comune di iniziativa. Una storia divisa nel dvd in diversi capitoli: il dopoguerra, gli anni Cinquanta, il miracolo economico, la contestazione studentesca, verso gli anni di piombo, capitoli da guardare una volta e riguardarsi, osservando i gesti, le espressioni, i volti per capire qualcosa in più di un’epoca impossibile da dimenticare. Le generazioni che questi anni li hanno sentiti soltanto raccontare o li hanno studiati più o meno a scuola potranno capire cosa accadeva, per esempio, sul finire degli anni Quaranta: c’era la malavita in una Sicilia separatista ma c’erano anche le fughe di Gino Bartali al Giro d’Italia e il neorealismo di Roberto Rossellini e di Vittorio De Sica a raccontare al cinema come eravamo, c’era l’esodo tragico dalla Dalmazia ma anche i quattro scudetti del grande Torino, e poi l’alluvione del Polesine e Lucia Bosè sul podio di Miss Italia, la sfida quasi eterna tra Vespa e Lambretta e la miseria e nobiltà di Totò.
E tanti altri indimenticabili flash back che portano lentamente al miracolo economico degli anni Cinquanta, quando il nostro Paese è ammesso a pieno titolo tra i Paesi dell’Onu, quando gli italiani si divertivano con il Mike Bongiorno di Lascia o raddoppia, quando le industrie, a cominciare dalla Fiat, iniziano l’automazione della produzione e le utilitarie piano piano invadono le nostre strade. È il 1957 quando le immagini del filmato, simbolicamente, cambiano colore: c’è l’amatissimo papa Giovanni XXIII sullo schermo, pronuncia l’indimenticabile «Discorso della luna» in piazza San Pietro, l’Italia sta cambiando animo un’altra volta, sta entrando in un’altra epoca. Ormai sul calendario c’è scritto 1960, comincia un nuovo decennio.
Non facile, sicuramente non tutto così cinematografico come raccontato da Fellini ne La dolce vita, perché c’è da affrontare il disastro del Vajont e l’alluvione di Firenze prima di arrivare ad uno degli anni più dirompenti per l’Italia, il 1968. Altre immagini, altre parole per raccontare l’ondata di protesta che scuote non soltanto l’Italia ma tutto il mondo dal Messico alla Francia, le occupazioni studentesche, gli scioperi dei lavoratori, le tensioni tra dimostranti e polizia.

Preludio di anni di piombo che fanno riacquistare all’Italia i colori drammatici di vent’anni prima, quelli del bianco e del nero.

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