Di fantasia gli automobilisti ne hanno, eccome. E pur di personalizzare l’auto le pensano tutte. L’ultima moda, che sta dilagando a Milano, è quella della targa personalizzata. Girando per le vie della città, c’è da farsi due risate. In tanti hanno avvistato la targa «Piiirla» su una mercedes Clk, con il numero 1 utilizzato al posto della «i». Una targa più milanese di così, proprio non si può. E, dando un’occhiata ai forum degli appassionati di auto, si scopre che la targa apparteneva prima a una Carrera Gt, poi è stata ceduta a un altro automobilista. Una Saxo tedesca ha scelto la targa «Milan», non si sa se perché il proprietario è milanese o perché ha il cuore rossonero. Ma non è finita: nelle vie attorno al Tribunale parcheggia spesso un’auto targata «Giangi» e di sicuro non può passare inosservata. Un tocco milanese non indifferente. In Brianza circolano un’Audi S4 targata «Bionda» e una Bmw targata «Crazy». Con il numero 2 al posto della zeta. Le combinazioni sono tante e alla motorizzazione civile sono arrivate le richieste più assurde. L’unico vincolo è rispettare una sequenza alfanumerica, composta cioè da lettere e da numeri. Per il resto non c’è limite all’estro dei guidatori. Non si possono utilizzare come primo carattere le lettere X Y Z e non si possono utilizzare le lettere I O Q U.
La rivoluzione delle targhe personalizzate piace sia agli addetti ai lavori, che la vedono come una semplificazione, sia a chi immatricola le auto. «Il numero delle auto con la targa personalizzata - spiega il comandante della Polizia locale di Milano Tullio Mastrangelo - è ancora molto limitato -. Ma in futuro probabilmente sarà sempre più diffuso. Per noi non è un male, anzi. Ci aiuta a gestire meglio le pratiche e semplifica tutte le procedure. Per noi sarà più facile risalire al proprietario dell’auto». Già, perché con la targa personalizzata si segue con più facilità il percorso del proprietario e non dell’auto, lasciandosi alle spalle i problemi delle mancate registrazioni, dei passaggi di proprietà e di tutto il resto. Quindi pare che il nuovo «giochino» non abbia controindicazioni e non complichi la vita di nessuno.
C’è chi riesce a scrivere, ovviamente pagando una somma, il proprio nome. Come ha fatto un certo «Davide» che ha voluto personalizzare la sua Ferrari nero opaco.
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