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Boonen nel Fiandre attacca anche Magni «È il mio mondiale»

Il belga insegue il tris consecutivo che manca dai tempi del «Leone». L’Italia si affida a Ballan, Paolini e Pozzato: «Ce la giochiamo»

Uno contro tutti, tutti contro Boonen. Sarà il prodigio belga l’uomo da inseguire e battere nel Giro delle Fiandre, la corsa più amata dai belgi, che si correrà oggi (diretta su Eurosport dalle 13 e su Rai Tre dalle 15.10) per la 91ª volta nella storia. «Per me vale più di un mondiale, questo è sicuro - dice l’ex iridato, da due anni mattatore assoluto nella corsa dei muri -. È la mia corsa, la gara che più sento in assoluto. È una corsa enorme, monumentale, che si snoda per vicoli angusti e stradine di campagna che una volta all’anno diventano un autentico stadio all’aperto, un Maracanà del ciclismo».
Tom Boonen è pronto per l'assalto al record storico di Fiorenzo Magni, 56 anni dopo l'ultimo dei tre Fiandre consecutivi vinti dal nostro anziano «leone». Il campione belga che si è già imposto nel 2005 e 2006, non teme controlli assillati, così come non teme confronti con nessuno. «Quando sto bene sono quasi imbattibile su queste strade - dice -, e io mi sento non bene ma benissimo. E poi ho una squadra davvero super (la Quick Step, ndr), che può disporre di uomini di grandissima classe come Paolo Bettini e Peter Van Petegem (due Fiandre anche lui in bacheca) oltre a Steegmans. So di potercela fare, ma non perdo il sonno per questo».
Se il campione del mondo Paolo Bettini, non in perfette condizioni fisiche («Speravo di arrivare meglio a questo appuntamento che mi sta a cuore»), è prontissimo a impegnarsi a favore del compagno di squadra, i principali grattacapi a Boonen arriveranno dallo svizzero Fabian Cancellara, dal lussemburghese Kim Kirchen, dall’incognita spagnola Oscar Freire (vincitore della Sanremo), dal vecchio Erik Zabel, dal nuovo che avanza Nuyens ma anche da una nutrita, agguerrita e qualificata pattuglia tutta italiana. Di Paolo Bettini che sogna il colpaccio ma non si fa illusioni abbiamo già detto. Gli altri sono Filippo Pozzato e Luca Paolini, entrambi ex compagni di squadra di Boonen e Bettini, quest’anno alleati e leader del fortissimo blocco targato Liquigas. «Stiamo bene - dice Pozzato, quest’anno vincitore dell’Haut Var e dell’Het Volk -. Sappiamo che non sarà facile, che Boonen tiene a questa corsa come pochi, ma sappiamo anche che ha due gambe come le nostre, seppur robuste: ce la giochiamo».
Al blocco Liquigas risponde quello Lampre, con Alessandro Ballan e Daniele Bennati, altri due candidati azzurri alla vittoria finale. Alessandro Ballan ha forse qualche credenziale in più avendo vinto tre giorni fa su queste strade la Tre Giorni di La Panne, vinta in precedenza nella storia solo da altri due italiani: Fabio Roscioli (1994) e Michele Bartoli (1995 e 1998).
Ballan non è uno che vince tanto: 4 centri da professionista, a quarta stagione in corso. Ma è il corridore italiano che l’anno scorso è andato più vicino a vincere sia il Giro delle Fiandre che la Parigi-Roubaix: quinto nella «Ronde» e terzo nella “regina” delle classiche. Sono questi i due «monumenti»\ del ciclismo mondiale più restii a concedersi alla corte tricolore: in entrambi i casi l’ultima firma è di Andrea Tafi (2002 Fiandre, 1999 Roubaix).
«Io sono pronto, alla Tre Giorni di La Panne ho dimostrato di stare bene e di trovarmi a mio agio su queste strade - ha spiegato il 27enne veneto di Castelfranco -. Questa corsa o la si ama o la si odia: io l’adoro. È fantastico gettarsi nella mischia, correre su queste strade cariche di storia e di mito, ci si sente un po’ tutti degli eroi, è la leggenda del ciclismo che si rinnova anno dopo anno: mi piacerebbe poter entrare a far parte della leggenda del ciclismo. Non sarà facile, Boonen sarà un osso duro da battere, l’ho visto pedalare a La Panne benissimo, e soprattutto mi è parso già concentrato come pochi. Queste strade le conosce a menadito, come le sue tasche: su questi muri lui non pedala, gioca. Ha tecnica, talento, forza. Ha tutto, ma tutto può succedere. Avrà tante attenzioni, sarà marcatissimo, dovremo avere gambe e prontezza di riflessi.

Io sono pronto a fargli la festa, altrimenti lo festeggeremo».

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