Dario Vassallo
Bello sempre e costante meta di turisti durante tutto l'anno, Borgio Verezzi ogni estate, da trentanove anni a questa parte, si illumina di una luce particolare che si sovrappone a quella scarlatta e arroventata lasciata dal sole che gli tramonta davanti. Merito di un Festival Teatrale che piano piano, col ritmo lungo dell'onda del mare, è diventato uno degli appuntamenti culturali estivi di maggior prestigio in Italia. Epicentro storico, piazza Sant'Agostino dove dall'8 luglio all'11 agosto andranno in scena nove spettacoli che rappresentano altrettante anteprime nazionali: «Mai come quest'anno - afferma con malcelato orgoglio Stefano Delfino, direttore artistico - Borgio si propone come un vero cantiere teatrale, anche se fra tanta eterogeneità un filo conduttore è pure possibile trovarlo: quello dello scambio di identità, dell'equivoco, del travestimento».
Nell'attesa dell'edizione del quarantennale che il sindaco Giancarlo Vadora vorrebbe realizzare con minori affanni economici, il Festival conferma anche quest'anno la sua natura schizofrenicamente divisa tra passato e presente, e se pure i «classici» non si riesce proprio a metterli da parte, almeno si è cercato qualcosa di poco frequentato: come ad esempio «La festa delle donne» di Aristofane, protagonista Lello Arena (18 luglio); «Le morbinose» di Carlo Goldoni, alzi la mano chi l'ha già vista in teatro (14-16 luglio), commedia che la regista savonese Paola Bigatto propone così come venne scritta, in veneziano e versi martelliani, e l'«Urfaust» di Goethe che inaugura la manifestazione, co-prodotto da Teatro del Veneto e dallo Stabile di Genova, diretto da Andrea Liberovici che lo ha definito «un testo che consente di essere reinventato visivamente e musicalmente e dunque perfettamente in linea con il mio lavoro di sempre». Qui, accanto ad Ugo Pagliai, c'è Paola Gassman: «Con Genova - ha confessato - mi sento in colpa per non averne mai approfondito la conoscenza, nonostante fosse la città di mio padre. Adesso lavorarci mi permette di colmare una lacuna e fare emergere la parte nascosta del mio Dna».
Curiosità destano poi almeno un paio di titoli: «L'inchino dell'ingegnere», nel quale Osvaldo Guerrieri disegna il ritratto di Carlo Emilio Gadda (lo interpreta Paolo Bonacelli, 20/21 luglio) e «Sostiene Pereira» dal romanzo di Tabucchi con Paolo Ferrari nel ruolo interpretato sullo schermo da Marcello Mastroianni.
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