Borrelli chiama l’ex dirigente Ribadite le accuse alla Juve

Chiusa a Napoli, con nove richieste di rinvio a giudizio, l’inchiesta sulle scommesse nel calcio. Fra gli accusati c’è Stefano Bettarini

Borrelli chiama l’ex dirigente Ribadite le accuse alla Juve

da Roma

L’ultima «gola profonda» arrivata in aiuto della federcalcio ormai la conoscono tutti, almeno di nome: Maurizio Capobianco, ex dipendente della Juve, con la quale ha in piedi un contenzioso, è stato invitato a collaborare con l’Ufficio indagini e non si è tirato indietro. Ieri è stato ascoltato a Roma dall’ufficio di Francesco Saverio Borrelli ed ha testimoniato sulle circostanze e sugli episodi di cui aveva parlato in una recente intervista a La Repubblica. Capobianco non era tenuto a presentarsi, non essendo un tesserato Figc, ma ha accettato l’invito «per provare la fondatezza dei fatti a sua conoscenza», dice un comunicato federale. Che poi fa intendere quali siano state le rivelazioni del collaboratore. «Capobianco aveva rilasciato un’intervista in cui parlava dei rapporti che a metà degli anni Novanta sarebbero intercorsi tra la società bianconera, un esponente della Figc, uno della Covisoc e due arbitri italiani». Nomi che da oggi dovrebbero essere scritti nel dossier federale che ha ingrossato, e ingrassato, l’inchiesta su Calciopoli.
L’ex dirigente juventino aveva denunciato una rete di presunte retribuzioni ad arbitri, dirigenti e giornalisti organizzata da Luciano Moggi e Antonio Giraudo. E, secondo Capobianco, il ricambio societario bianconero si è solo concretizzato nelle dimissioni di Moggi e Giraudo appunto. Mentre tanti altri sono rimasti ai loro posti. Accuse che la Juve aveva rispedito al mittente, mentre il presidente Cobolli Gigli aveva sottolineato che le dichiarazioni di Capobianco non rappresentavano «nulla di nuovo».
Intanto, a Napoli, si è conclusa con nove richieste di rinvio a giudizio l’inchiesta sul giro di scommesse nel mondo del calcio. I pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci contestano il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva a sei calciatori, un dirigente di società, un procuratore sportivo e un organizzatore di scommesse. I magistrati avrebbero accertato illeciti per tre partite del campionato 2003-2004 di serie A: Chievo-Siena, Modena-Sampdoria, Chievo-Modena, incontri sui quali si è già pronunciata la giustizia sportiva.

I giocatori imputati (con relative squadre d’allora) sono Bettarini (Sampdoria), Marasco (Modena), Ambrosino (Grosseto e Catanzaro), Nocerino (Benevento), Califano (Chieti), Generoso Rossi (Siena). Archiviazione per Amadei e Tosi, rispettivamente presidente e vicepresidente del Modena.

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