Gian Piero Scevola
da Roma
Moratti-Borrelli, pari e patta. Si è concluso senza vincitori né vinti il tanto atteso incontro tra il patron dellInter e il capo Ufficio indagini della Figc. Quasi due ore di audizione, ma nessun colpo di scena. I duellanti si sono affrontati in un clima cordiale e aperto; Borrelli con i suoi vice Piccolomini, Lionelli e Squicqueri ha contestato a Moratti due sue differenti dichiarazioni in altrettante interviste su «un tizio» che lavrebbe avvicinato per offrirsi come pedinatore dei giocatori. Moratti non ha negato la circostanza, ma ha ammesso di averla lasciata subito cadere in quanto arrivata da persona sconosciuta, mentre ha ribadito la regolarità dei controlli effettuati sui dipendenti dellInter. Dipendenti che non sono solo gli impiegati, ma anche lintero staff tecnico, giocatori compresi. Esclusa dal petroliere milanese anche lesistenza di intercettazioni illegali o pedinamenti da parte dellInter nei confronti dellarbitro Massimo De Santis, inibito per quattro anni dalla giustizia sportiva, che si ritiene parte lesa e ha pesantemente tirato in ballo lInter.
Una giornata però tutta da raccontare, iniziata con un giallo. Doverano finiti Borrelli e Moratti alle 11 quando era invece annunciato il loro incontro in via Allegri? Mezzora dopo tutto si risolve: Moratti arriva a piedi scortato dal suo avvocato per il semplice motivo che si era presentato in via Po, sede dellUfficio indagini. Lì si trovava anche Borrelli che, per evitare telecamere e microfoni, era entrato in Federcalcio dal retro. Ma quella che Moratti si è trovata davanti è stata una autentica diga umana e, forse per la prima volta, il patron interista ha provato paura, anzi terrore: è sbiancato, sè disperatamente aggrappato alle due guardie che cercavano di farlo entrare, ha persino rischiato di andare a sbattere contro una vetrata. Insomma, proprio questa brutta esperienza deve avere convinto Moratti a fuggire dal retro verso le 13,20 quando se nè andato, rilasciando però qualche parola di ottimismo: «Spero di non dover tornare. Ho trovato Borrelli e i suoi collaboratori gentili, attenti e soprattutto molto svegli. Abbiamo chiarito quello che cera da chiarire. Il rispetto che ho per il lavoro di Borrelli mi impone il silenzio». Poche frasi, ma lumore sembrava ritornato quello giusto.
Da parte sua nemmeno Borrelli si è sbilanciato più di tanto. «Non so se linchiesta porterà a qualche cosa oppure no. Comunque lindagine non è già conclusa - laffermazione del capo Ufficio indagini -. Molto dipende dallarrivo sul nostro tavolo degli atti derivanti dallattività giudiziaria. Anche perchè il mio ufficio indaga sui fatti propostici dal Procuratore federale». E sulla possibilità che Moratti venga risentito, Borrelli ha detto: «Non credo, solo se emergeranno fatti nuovi, anche perchè siamo in attesa della giustizia ordinaria. Personalmente non penso nulla, devo solo rapportare i risultati delle indagini alla Procura federale, sono loro che devono trarne le valutazioni e formalizzare eventuali accuse». Salvo poi lasciarsi andare a una battuta: «Parlare di unaltra calciopoli mi sembra un po troppo enfatizzato. Anche perchè il mio lavoro non può essere portato in piazza minuto per minuto: tutto il calcio minuto per minuto si fa di domenica e non qui». Nel pomeriggio Borrelli ha continuato ad esaminare quanto in suo possesso con i collaboratori.
Ma intanto è scoppiata una nuova grana che riguarda il campionato 2005-06. La Procura di Roma ha deciso di acquisire, nellambito dellinchiesta Gea World, il verbale di interrogatorio dellex arbitro bergamasco Mario Mazzoleni, sentito come persona informata dei fatti dai pm di Napoli Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci.
Borrelli a Moratti: «Il caso non è chiuso»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.