La guerra contro il debito sovrano europeo ha finito col ridurre Piazza Affari a una Borsa sempre più lillipuziana (vale ormai appena il 20,7% del pil italiano), a corto di vere matricole e di risorse: nel 2011 le società quotate a Milano hanno chiesto agli azionisti tramite gli aumenti di capitale 12,5 miliardi di liquidità, praticamente il doppio dellanno precedente (6,8 miliardi). Grande peso hanno avuto i nuovi vincoli contabili internazionali e loggettiva difficoltà delle banche ad assorbire i problemi creditizi di famiglie e imprese, ma lautoscatto di Borsa italiana al 23 dicembre, a una settimana dalla fine dellanno, è fosco:i bombardamenti degli ultimi 12 mesi hanno distrutto un quarto della capitalizzazione complessiva, scesa a 333,3 miliardi, pari a un quinto del prodotto interno lordo che è rimasto perlopiù stabile. Solo a dicembre 2010 era di 429,9 miliardi, pari al 27,6% del pil.
Tra i pochi motivi di consolazione i numeri del mercato del reddito fisso, che ha raggiunto i nuovi massimi storici con contratti per 203,8 miliardi e il record assoluto in occasione del Btp Day del 28 novembre (2,7 miliardi di euro passati di mano). Da primato anche gli scambi sui derivati oltre che per i fondi passivi con Etf ed Etc (85,2 miliardi), dove Piazza Affari si conferma al vertice in Europa. Quanto alla polpa delle azioni, lindice Ftse Mib ha però perso il 25,28% (nel 2010 aveva limitato i danni a -12%), complice un agosto reso orribile dallacme della crisi: la vetta è stata toccata il 17 febbraio (23.178 punti), il minimo il 12 settembre (13.474 punti). È andata un po meglio alle Pmi: il segmento Star ha perso il 19,52% contro il 24,48% del FtseAll Share. Le Opa effettuate sono raddoppiate a 13, per un controvalore pari a 4,3 miliardi (nel 2010 erano state sei per 360 milioni), 14 gli addii e 10 i debutti: lo split con cui il Lingotto ha creato Fiat Industrial e nove Ipo, di cui la sola Ferragamo nel paniere delle grandi. I collocamenti erano stati dieci nel 2010 e 7 nel 2009.
Tirando le somme, sono quindi scese a 328 le società quotate a Milano, quattro meno di un anno prima. Nel dettaglio le operazioni di aumento di capitale sono state 19 e hanno raccolto 12,5 miliardi (senza linoptato di Cobra e K.R. Energy): a partire dalle banche con Intesa, Monte Paschi, Bipiemme e Ubi, cui si è aggiunto, sul fronte assicurativi, il gruppo Fonsai. Le matricole hanno raccolto in collocamento 587 milioni (senza lIpo Ambromobiliare).
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