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La Borsa nell'anno del risiko è balzata in cima al mondo

Più 31%: mai così forte dal 2000. La difesa e le banche hanno trascinato gli indici. In difficoltà l'auto e l'industria

La Borsa nell'anno del risiko è balzata in cima al mondo
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C'è un momento, a fine giornata, in cui il tabellone della Borsa smette di lampeggiare e resta fermo. Ieri quel momento è stato più atteso del solito, chiudendo alle 17:30 un anno storico che verrà ricordato a lungo. Piazza Affari ha archiviato il 2025 con un numero difficile da dimenticare: +31,7%. Un balzo che non si vedeva dal 2000, quando il mondo finanziario correva sull'euforia della new economy, e che oggi riporta Milano tra le Borse con la migliore performance globale nel 2025. Se è vero che gli ultimi dodici mesi hanno portato sorprese positive in tutti i principali listini del mondo, con Wall Street che ha chiuso in crescita del 17%, il Nikkei del 26,2% e, guardando più vicino a casa, il Dax del 23,6% e il Cac40 del 10,6%, la Borsa italiana ha sorpreso. Spinta dalla difesa, sostenuta dalle banche, rianimata da alcuni titoli industriali e delle telecomunicazioni, ma soprattutto dalle battaglie bancarie che hanno animato il risiko, Piazza Affari ha costruito mese dopo mese un rally che ieri si è chiuso per l'indice FtseMib a quota 44.944, difficile da ignorare per chiunque. La capitalizzazione complessiva delle società quotate si è attesta intorno a 1.000 miliardi di euro, pari al 47% del Pil nazionale.

L'ultimo giorno di Borsa diventa così il momento per tirare le somme: capire chi ha vinto, chi ha perso e perché. E chiedersi se questo record sia solo una fotografia irripetibile o l'inizio di una nuova stagione per Piazza Affari. Partendo dalle storie di successo, il settore della difesa è stato il grande vincitore del Ftse Mib, superando anche i titoli bancari. Nonostante i venti di pace degli ultimi giorni, maglia rosa per Fincantieri che ha archiviato gli ultimi dodici mesi con una crescita record del 143,1%, stessa sorte per Leonardo che è cresciuta dell'89,9% e che ha superato un valore di 49 euro. Menzione d'onore anche per Iveco (+101,2%) che quest'anno ha dato vita a uno spin-off nel settore della difesa, con l'obiettivo di progettare e produrre veicoli militari. Un 2025 luminoso anche per Tim (+109,1%), a spingere l'azione fino a un valore di 0,51 euro è stato il matrimonio con Poste Italiane. La società guidata da Matteo Del Fante è infatti salita fino al 27,3% del capitale ordinario di Tim acquisendo una ulteriore quota da Vivendi. Inoltre, l'azienda di telecomunicazioni ha annunciato un piano triennale di investimenti da un miliardo nel periodo 2025-2027 con focus su cybersecurity e data center, offrendo i mezzi per rendere l'Italia protagonista nelle nuove tecnologie. Ma l'anno ha visto anche l'esplosione del settore bancario per effetto del risiko, con la Popolare Sondrio nella top delle performance grazie a una crescita del 105%, seguita da Bper (+90,3%). Un segno evidente del fatto che il progetto di fusione per incorporazione di Sondrio nella banca del gruppo Unipol, che dovrebbe concludersi entro primavera del 2026, è piaciuta al mercato. Menzione d'onore per Unicredit che, con una crescita dell'84,2%, è stata l'azione più scambiata sia per contratti che per controvalore in Borsa Italiana, con oltre 5 milioni di contratti per un totale di oltre 91 miliardi.

Sul fronte opposto, non è stato un anno facile per Amplifon, che ieri ha chiuso il 2025 con una perdita del 44,6%. Il settore della cura dell'udito è stato caratterizzato da forti venti a favore legati alla demografia, ma la tecnologia e la digitalizzazione hanno presentato un duplice scenario, offrendo opportunità ma anche minacce competitive, con grandi nomi come EssiLux che sono scese in campo con soluzioni alternative. Non sorprende che anche il settore automobilistico abbia perso terreno, con Stellantis (-24,9%) e Ferrari (-22,6%) in difficoltà, con gran disdoro della holding Exor. Cali di produzione, perdite nel primo semestre, crolli nelle consegne globali e in Europa e una fortissima concorrenza cinese, hanno pesato sulle performance del settore.

Insomma, il 2025 ha premiato chi ha saputo intercettare i grandi temi di domani, dalla sicurezza alla finanza, passando per le infrastrutture, e ha punito senza indulgenza chi è rimasto schiacciato tra trasformazioni industriali e concorrenza globale.

Dal primo gennaio si riparte da zero, come sempre. Ma questa volta Piazza Affari chiude l'anno con una consapevolezza nuova: può ancora sorprendere, e forse quota 50mila dell'indice FtseMib non è così lontana.

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