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Btp, continua la corsa. Ma con cinque rischi all'orizzonte

Gli investitori che oggi premiano l'Italia devono stare tranquilli? Qualche voce fuori dal coro c'è. Ecco cinque alert per chi investe

Btp, continua la corsa. Ma con cinque rischi all'orizzonte

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Per un'offerta di 5 miliardi sono arrivate richieste per 41 miliardi. È l’ultimo successo di una emissione di Btp italiani, in questo caso si tratta di un Btp indicizzato in area euro con scadenza 2036. La gran parte degli investitori sono soggetti istituzionali esteri, ma si tratta di una conferma dell’appetibilità dei titoli di debito italiani. Dopo il boom di raccolta - in quel caso sul mercato retail - del Btp Valore: 18 miliardi, un record assoluto. Per il Tesoro un percorso difficile - si punta a una raccolta che solo sul medio-lungo termine arriva a 340-360 miliardi - ma iniziato molto bene.

Un prezzo più basso

Gli investitori che oggi premiano l’Italia devono stare tranquilli? Qualche voce fuori dal coro c'è. I Btp italiani, dal punto di vista delle valutazioni, sembrano attraenti. Tuttavia - considerano gli esperti di T. Rowe Price - il livello di offerta appare eccessivamente elevato. Alcune delle preoccupazioni derivano, infatti, dalla quantità di emissioni, stimate in 350 miliardi di euro quest'anno, le quali devono competere con altre asset class e che dipendono fortemente dalla domanda interna.

Probabilmente sarà necessario un prezzo più basso per collocare l'intero ammontare.

Gli investitori locali, inoltre, potrebbero voler diversificare i propri portafogli, soprattutto le generazioni più giovani, che in genere hanno un interesse maggiore per gli investimenti esteri. Quali investimenti potrebbero far raffreddare il boom dei Btp italiani? Quale attenzioni si devono avere per guardare all’orizzonte di chi investe?

Cinque alert per chi investe

  1. Cresce la domanda di debito emergente. In linea generale si sta riscontrando un certo interesse per l'universo più ampio dei mercati emergenti. Un'altra tendenza, che potrebbe continuare, riguarda la condizione del debito di alcuni paesi emergenti e di frontiera, che hanno attraversato un periodo di forte stress, con un numero significativo di default sovrani, soprattutto in Africa. Ad esempio, il Kenya, che era sull'orlo del default, è riuscito a portare a termine un grande rifinanziamento per saldare il debito in scadenza, mentre la Turchia è tornata sui mercati obbligazionari in euro e in dollari.
  2. Troppo ottimismo sull'inflazione. Nessuno è in grado di prevedere l’andamento dell'inflazione. Come il mercato, del resto, non è in grado di prevedere i movimenti dei tassi delle banche centrali. Ciò che è noto agli investitori è che le banche centrali hanno effettivamente intenzione di tagliare i tassi: la Fed perché è preoccupata per il sistema bancario e vorrebbe abbassare i tassi reali, ma non sa ancora quando. La Bce perché è consapevole di avere tassi elevati, anche se forse non è altrettanto motivata a ridurli.
  3. Il rischio di recessione si allontana. Il mercato si aspettava una recessione: perché non si è verificata? Il motivo è presto detto: i governi hanno continuato a spendere per tenere in piedi l’economia e una delle motivazioni è che, quest'anno, circa il 60-70% del mondo andrà alle elezioni. Per questo motivo, nel 2024, potremo assistere a qualche oscillazione, ma non a un atterraggio morbido. La recessione potrebbe diventare uno scenario reale probabilmente tra il 2025 e il 2026.
  4. Aumenta il debito globale. È in atto una corsa alle emissioni obbligazionarie sul mercato, considerando la necessità di governi e imprese di rifinanziarsi. Tra le conseguenze possibili, vi è la possibilità di un ulteriore rialzo dei rendimenti, anche perché i governi non sembrano avere intenzione di tagliare le spese e continueranno a spendere finanziandosi sul mercato.
  5. I rischi sottovalutati dell'AI. Un ultimo rischio è rappresentato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale: nel breve termine, guiderà i mercati finanziari e sarà estremamente inflazionistica. A lungo termine, invece, l'AI sarà deflazionistica perché aumenterà la produttività e forse andrà in sostituzione di alcuni posti di lavoro.
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