
Ci ha pensato il mercato a guastare la festa per il lancio ufficiale, per ora solo a livello tecnico (batteria, prestazioni, meccanica), della prima auto elettrica della Ferrari nonché del decennale dalla quotazione del titolo a Wall Street (a Milano il debutto è avvenuto il 4 gennaio 2016 al prezzo di 43 euro). A Piazza Affari, infatti, le azioni del Cavallino rampante ieri sono crollate del 15,41%, a 354 euro, tornando così sui livelli del febbraio 2024. In pratica, il più forte calo dallo sbarco sul listino. Le cause: le previsioni al 2030, presentate in occasione del Capital markets day, che hanno deluso - per un eccesso di prudenza - le stime degli analisti, ma anche il ridimensionamento dei piani sulle auto elettriche: i modelli 100% a batteria, infatti, al 2030 rappresenteranno circa il 20% della gamma, in calo rispetto al precedente obiettivo del 40%.
Al mercato, dunque, non è bastato il rialzo della guidance 2025, con il superamento dei target di profittabilità del piano strategico al 2026 in anticipo di anno, insieme alla proposta di aumentare la remunerazione degli azioni (intorno a 7 miliardi) attraverso un incremento del dividend payout e un nuovo buyback. Per quanto riguarda la nuova stima sul 2025, i ricavi netti sono previsti uguali o superiori a 7,1 miliardi contro gli oltre 7 miliardi delle stime precedenti, l'adjusted Ebitda è visto uguale o superiore a 2,72 miliardi (uguale o superiore a 2,68 miliardi la precedente stima). Nel piano finanziario al 2030 i ricavi, grazie al forte mix dell'offerta, sono indicati a circa 9 miliardi, con un tasso di crescita annuale composto di circa il 5%, e l'Ebitda pari ad almeno 3,6 miliardi. Sempre per la fine del piano l'Ebit raggiungerà almeno 2,75 miliardi con un margine stimato del 30%.
Ad aprire il Capital markets day è stato il presidente John Elkann: «L'impegno è la forza motrice di Ferrari. Che sia ben chiaro, questa per me è una questione personale. Mi impegno nei confronti dei nostri amati Ferraristi, che ci affidano i loro sogni». «Quello che presentiamo - ha tenuto a sottolineare l'ad Benedetto Vigna - è un piano ambizioso al pari di quello esposto nel 2022».
Il commento sulla giornata di Gabriel Debach, analista di eToro: «Le vendite in Borsa non sono dovute a un piano 2030 debole, bensì a un piano più realistico che visionario.
Dopo anni di crescita sostenuta, Ferrari non cerca più di accelerare. Sceglie di controllare la velocità per non uscire di pista. La Ferrari che il mercato sognava si è rivelata una Ferrari più fedele e prudente. Non da pole position, ma non per questo fuori dal podio».