
Dopo oltre un anno di assenza dai radar del Tesoro, torna protagonista il Btp Italia, il titolo di Stato indicizzato all’inflazione nazionale, pensato in particolare per i piccoli risparmiatori. Oggi scade il Btp Italia emesso nel 2020 (che raccolse oltre 22 miliardi di euro) e il Tesoro comunicherà il tasso minimo garantito della nuova emissione, che sarà in collocamento da martedì 27 a venerdì 30 maggio. Nei primi tre giorni la sottoscrizione sarà riservata al pubblico retail, mentre la giornata conclusiva sarà dedicata agli investitori istituzionali.
Questa sarà la ventesima emissione del Btp Italia e porterà con sé alcune novità: avrà una scadenza a 7 anni — più lunga rispetto agli ultimi collocamenti — con termine fissato al 4 giugno 2032. Confermato anche il premio fedeltà dell’1% per chi lo sottoscriverà all’emissione e lo terrà fino alla fine. Il rendimento sarà calcolato in base all’indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, con rivalutazione ogni sei mesi. Il tasso minimo dovrebbe essere interessante solo se si avvicinerà o supererà la soglia del 1,75%, ritenuto il “tasso di equilibrio” considerando un'inflazione attesa dell’1,35% e un rendimento nominale dei Btp a 7 anni del 3,1%.
Il Btp Italia si presenta sul mercato sostenuto da un quadro macro-finanziario più favorevole rispetto al recente passato. Moody’s ha alzato l’outlook sul rating dell’Italia da “stabile” a “positivo”, confermando il giudizio Baa3, mentre S&P ha recentemente alzato il rating a BBB+ e Fitch ha confermato la tripla B. Secondo l’agenzia americana, i progressi nei conti pubblici — grazie al taglio del superbonus e al forte incremento delle entrate — e la solidità del sistema bancario italiano rafforzano la resilienza dell’economia nazionale.
Palazzo Chigi ha accolto la revisione con soddisfazione: «Un segnale importante di fiducia nella solidità della nostra economia e nella credibilità delle politiche economiche del governo», ha commentato in una nota, sottolineando che il Paese proseguirà sulla strada della disciplina fiscale e del sostegno alla crescita.
Per i risparmiatori, il Btp Italia rappresenta un’alternativa concreta ai titoli nominali, specie in uno scenario di incertezza geopolitica e tensioni sui dazi, che potrebbero far risalire l’inflazione. Tuttavia, le aspettative sui prezzi al consumo oggi appaiono piuttosto contenute: questo rende la “copertura” fornita dai titoli indicizzati relativamente poco costosa. I confronti storici aiutano a orientarsi: chi avesse acquistato il Btp Italia a ottobre 2019 (scadenza 2027), ha finora ottenuto un rendimento annuo del 3,21%, contro lo 0,20% dei titoli fissi. Ma l’emissione del novembre 2022, per esempio, ha reso finora il 4,72% annuo, appena inferiore al “gemello” nominale.
Infine, resta il confronto con i Btp€i, legati
all’inflazione europea. Questi ultimi, pur avendo beneficiato di un’inflazione storicamente più alta della media italiana, pagano la rivalutazione solo alla scadenza, a differenza del Btp Italia che offre flussi semestrali.