da Milano
L'Europa si avvia verso la creazione di una grande Borsa federale, tra le società-mercato tedesca, italiana e, probabilmente, anche quella francese. Mentre l'accordo tra quest'ultima, Euronext, e il New York Stock Exchange sembra ora vicino a saltare. Questa è la sintesi della giornata di ieri, che ha visto il consiglio d'amministrazione di Borsa italiana riunito per tutto il pomeriggio per esaminare la propria sorte. Mentre in mattinata erano state rese pubbliche le conclusioni del cosiddetto rapporto Lachmann: unindagine affidata tempo fa allagenzia Europlace (osservatorio sul funzionamento del mercato mobiliare in Francia) proprio per valutare gli effetti complessivi dellalleanza siglata a primavera tra Parigi e Wall Street. Ebbene, il rapporto ha concluso che la creazione di una Borsa paneuropea è la strada preferibile, mentre eventuali allargamenti oltreoceano andrebbero presi in considerazione solo in un secondo momento.
Forte di questo «verdetto», il presidente della Borsa italiana, Angelo Tantazzi, ieri ha aperto i lavori del cda prospettando ai soci quello che è il percorso ormai individuato da Milano: porre le condizioni e i principi per unintesa con Deutsche Boerse, aperta poi eventualmente allingresso di altri mercati europei, a partire naturalmente da Euronext. In questo senso il cda (che al momento di andare in stampa era ancora in corso) dopo aver esaminato il rapporto Lachmann, ha valutato i termini del cosiddetto «memorandum of understanding» a cui lamministratore delegato della Borsa, Massimo Capuano, ha lavorato fino a pochi giorni fa insieme con i vertici della Deutsche Boerse, per dare vita al primo nucleo della Borsa federale paneuropea. Il cda dovrebbe tornare a riunirsi presto per chiudere la partita: una decisione finale è attesa comunque entro lanno.
Da oggi, con molta probabilità, la strada europea potrebbe prendere sempre più piede anche a Parigi. Le conclusioni del rapporto di Europlace fanno infatti immaginare che dopo la costituzione di un fronte economico e finanziario favorevole alla Borsa europea, possa crescere e prendere forza un fronte politico. Anche perché lalleanza con il Nyse, da questo punto di vista, ha avuto fin dall'inizio molti osservatori contrari. In ogni caso i tempi saranno stretti: le assemblee di Parigi e New York, secondo gli accordi di questa primavera, dovrebbero sancire la loro alleanza entro lanno. Viceversa salterà tutto.
In realtà laccordo potrebbe comunque arrivare a comprendere Wall Street, ma, secondo le conclusioni del rapporto, in un secondo momento. Solo così si creerebbero per i francesi e per tutti gli altri europei le migliori condizioni di liquidità e di efficienza dei mercati azionari.
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