da Milano
Capitalia è rimasta finora fuori da risiko bancario e si presta bene a manovre speculative: ieri in Borsa è salita del 4% appena sotto i 7 euro.Sembrava che unOpa del Santander fosse pronta. Tanto che, in proposito, il presidente Botin avrebbe fatto visita al governatore di Bankitalia Draghi nei giorni scorsi.
Mentre il mercato si scaldava su tale ipotesi, dalla Spagna arrivava la smentita. Che, tuttavia, non frenava granché la corsa del titolo. Anche perché in mattinata, nel corso della conference call sui dati dei nove mesi, Abn Amro (primo socio nella banca e nel patto di sindacato) aveva sottolineato di avere «interesse per un patto forte» evidenziando come «il management» di Capitalia abbia «fatto un buon lavoro». Resta infatti vivo il teme dellinteresse degli olandesi a crescere ulteriormente nel patto, per candidarsi a unaggregazione con Capitalia. Mentre resta aperta anche lipotesi Mps: un matrimonio tutto italiano tra due banche complementari sembra una ipotesi tecnicamente valida. Ma a Siena non ne vorrebbero sapere. Per questo Capitalia resta la banca più desiderata ed esposta alle speculazioni di ogni tipo. Nel prossimo appuntamento pubblico, la trimestrale del 10 novembre, lad Matteo Arpe potrebbe dire di più.
La pista spagnola, comunque, sembra destinata a non avere grande storia. Lipotesi che vorrebbe il Santander uscire da Sanpaolo (ormai sposo di Banca Intesa) per lanciare una offerta ostile su Capitalia è difficile. Unofferta sul gruppo romano avrebbe un costo sicuramente non contenuto (la banca capitalizza oltre 17 miliardi) e avrebbe riflessi immediati su tutto il sistema finanziario del Paese: Capitalia vanta partecipazioni in Mediobanca (9,6%), Generali (3,08%) e Corriere della Sera (2,1%).
Proprio su queste partite tuttavia Botin potrebbe contare su importanti contatti, a cominciare da quello di Vincent Bollorè in Mediobanca fino alla sua presenza diretta che gli spagnoli hanno in Generali con una quota attorno all1% (la figlia di Botin, Ana, siede nel cda del Leone di Trieste mentre il gruppo triestino, attraverso i suoi fondi, detiene l1,3% del Santander).
Ma anche i buoni rapporti con Generali e con Mediobanca potrebbero non essere sufficienti a garantire una luce verde a una ipotetica offerta su Capitalia, soprattutto se loperazione non dovesse godere dellappoggio del management e del vertice dellistituto capitolino.
Quanto ad Abn Amro, solo poche settimane fa Geronzi non ha fatto mistero di non gradire una eventuale aggregazione con gli olandesi.
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