La Borsa riflette sulla corsa dei titoli bancari

da Milano

«Caro banca» in Piazza Affari. L’attesa per il consolidamento del settore creditizio ha spinto al rialzo le quotazioni di molte banche italiane con l’esito di renderne i titoli «costosi» rispetto alle concorrenti europee. Riflessioni rilanciate dall’agenzia Bloomberg raccogliendo il parere di alcuni analisti e ricordando come in agosto la differenza tra le valutazioni dei gruppi italiani e di quelli esteri abbia toccato l’apice da novembre 2000. Da inizio anno l’indice di riferimento a Milano è infatti cresciuto del 20% arrivando a multipli sugli utili attesi superiori a quelli che gli investitori sono di norma pronti a riconoscere all’estero. Conseguente la prospettiva, perlomeno guardando ai fondamentali, che in Piazza Affari le quotazioni delle banche possano iniziare a segnare il passo.

O comunque non essere più in grado di contribuire a favorire un rialzo dell’indice visto che i prezzi attuali incorporano già l’attesa di future fusioni o acquisizioni nel mondo del credito: ad esempio da gennaio Banca Popolare Italiana è salita del 40% circa, Capitalia del 37% e Popolare di Verona-Novara del 31 per cento. Ecco perché l’indice S&P-Mib potrebbe avere difficoltà a replicare l’andamento dello Stoxx 600 europeo, soprattutto considerando il grande peso rappresentato dalle banche in termini di capitalizzazione.

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