Le Borse rivivono l’incubo dell’11 settembre

Lo spettro della recessione affonda i mercati mondiali: in Asia e in Europa perdite anche superiori al 7%. Milano (- 4,8%) torna ai livelli del 2005. Senza la bussola di Wall Street, chiusa per festività, i mercati incappano nella peggior seduta dagli attentati del 2001. Il Vecchio continente brucia 440 miliardi

Le Borse rivivono l’incubo dell’11 settembre

Milano - Tutte giù per terra, con il fragore di fragili bicchieri di cristallo. Si spezzano le Borse sotto il peso del panico, travolte dal comune destino che sembra ormai legare indissolubilmente la certezza che l’America non dribblerà la recessione al fatto che il resto del mondo dovrà sopportarne le conseguenze. Ben più, dunque, di un lunedì nero: la giornata di ieri ha sinistramente ricordato il dramma delle Twin Towers, con la stessa folle corsa a vendere, a salvare il salvabile. In cui nessuna considerazione razionale, men che meno il collante dei fondamentali economici, riesce a tenere.

I crolli, da un minimo del 3% a un massimo di oltre il 7%, hanno infatti avuto proporzioni paragonabili solo ai disastri del settembre 2001, quando, in seguito agli attentati terroristici, Wall Street restò chiusa per giorni lasciando gli altri mercati senza bussola. Così è avvenuto ieri, con le lancette degli indici Usa ferme per la festività del Martin Luther King Day. Il gioco dei fusi orari ha esposto per primi all’ecatombe i listini asiatici, comprese le economie emergenti. Shanghai è collassata del 5%, la Borsa indiana di oltre il 7%. Un po’ meglio Tokio (meno 3,86%), malissimo Singapore (meno 6%) e Hong Kong (meno 5,5%). Poi, è toccato all’Europa. Fin dalle prime battute di scambi, i monitor delle sale operative non lasciavano troppe speranze alla possibilità di limitare i danni. A fine giornata, infatti, alla capitalizzazione dei mercati europei sono venuti a mancare altri 440 miliardi di euro. C’è chi si è perfino preso la briga di calcolare la perdita al secondo, 13 milioni tondi tondi. Ma fanno forse più effetto le picchiate di Francoforte, precipitata del 7,16%, e quella di Parigi (meno 6,83%); da sommare alla caduta di Londra (meno 5,48%) e al calo del 4,85% che ha ricacciato Piazza Affari ai livelli del novembre 2005.

«La situazione economica internazionale è seria: tutti i Paesi del mondo risentono del rallentamento dell’economia statunitense e non è impossibile che l’attuale crisi non colpisca anche i Paesi emergenti», ha ammesso il numero uno del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Khan. I risultati catastrofici di ieri danno la misura di quanto i timori di uno scivolamento degli Usa nella recessione siano diventati ingovernabili. Il pacchetto di aiuti da 150 miliardi di dollari circa presentato alla fine della scorsa settimana da George W. Bush, è stato subito bocciato da Wall Street. Con il virus dei mutui subprime ancora lontano dall’essere debellato, il piano è considerato tardivo e insufficiente a tenere il Paese lontano da una crisi che per alcuni autorevoli economisti (a cominciare dall’ex leader della Federal Reserve, Alan Greenspan) è ormai conclamata. E anche se dal punto di vista tecnico sono necessari due trimestri di crescita negativa per poter certificare la recessione, i mercati sono pessimisti. Nell’ultimo periodo, l’economia Usa non ha offerto prove di resistenza: il settore immobiliare vive il peggior periodo da decenni; il mercato del lavoro stenta a generare nuovi posti e imbarca disoccupazione; le trimestrali di alcune banche hanno evidenziato i disastri delle scorribande finanziarie. Intanto, perdono quota le virtù taumaturgiche della Fed: neppure le attese di un taglio dello 0,75% dei tassi tengono più a galla le Borse.

In questo scenario in profonda evoluzione, la Bce mantiene il proprio granitico orientamento, confermando di essere pronta ad aumentare il costo del denaro per raffreddare l’inflazione, nonostante Nout Wellink, componente del consiglio, abbia detto che quest’anno il tasso di crescita di Eurolandia potrebbe scendere all’1,5%.

Risultato: euro sotto 1,45 dollari, mai così in basso negli ultimi cinque mesi.
Oggi le Borse ripartono. Ci sarà anche Wall Street. Alcuni esperti prevedono nel breve periodo ulteriori cali tra il 5 e il 10%. Altri sono rassegnati al peggio: il 2008 sarà nel segno del ribasso.

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