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Il borsino degli sport: carissimo sci col calcetto in gol pure il portafoglio

Abbigliamento e accessori sono le due voci che più incidono sul bilancio degli appassionati di snowboard, tennis e ciclismo. Ecco la classifica

Nino Materi

C’è - per così dire - lo sport «basic» e quello «optional». Il «basic» è roba per veri amanti dell’attività fisica; l’«optional», invece, è una prerogativa di chi, più che sentirsi in forma, ama farsi notare.
Il «basic» e l’«optional», negli ultimi anni, hanno finito per condizionarsi a vicenda, dando impulso a un business della «moda sprinter» mai florido come adesso: oltre un milione di euro investiti ogni mese per proporsi sui campi da gioco con il «look» giusto, fondamentale anche per nascondere un po’ di pancetta. Perché al tennista improvvisato, allo sciatore estemporaneo o al calciatore della domenica il «mercato dell’immagine» è disposto a perdonare tutto (comprese le maniglie dell’amore) ma non una «divisa» vagamente fantozziana. Col risultato di rendere la «genuinità» dello sport subalterna ai diktat della «firma», capace di trasformare perfino il parquet delle palestre in una passerelle di sport à porter. Praticare fitness, per esempio, senza la tutina griffata e gli accessori in tinta è considerato il massimo della «vergogna». E non solo per le donne, ovviamente. Così la classifica della spesa pro capite in base allo sport praticato fa registrare cifre da sballo e imprevedibili colpi di scena. Chi avrebbe mai detto che lo sci è un’attività più da spendaccioni in confronto al golf o che si spende maggiormente a praticare il nuoto rispetto al tennis e al ciclismo?
E invece i numeri dicono proprio questo, almeno a dar retta alla ricerca Nielsen i cui dati sono stati elaborati dall'ufficio studi della Fiera di settore Skipass, recentemente organizzata a Modena.
Per quanto riguarda il segmento commerciale dell'attrezzo e dell'abbigliamento, in vetta alla classifica vi è lo sciatore con 249 euro di spesa annua per tute, scarponi, sci e guanti.
Considerando una stima di 1,853 milioni di praticanti il fatturato globale appare di 461 milioni di euro. Subito dopo, ecco lo snowboard con 248 euro di investimento annuo pro capite e un giro complessivo di 114 milioni.
Il golf, generalmente definito uno sport molto costoso, si ferma invece a 215 (con un evidente peso maggiore investito per l'uso del campo), seguito dal fitness, che fa registrare 152 euro di spesa che, moltiplicati per i quasi quattro milioni di praticanti, fa risalire questo sport al primo posto assoluto per fatturato globale generato. Nel caso del golf, il giro d'affari stimato è di 23 milioni mentre per il fitness sale a 516 milioni.
Al terzo posto come fatturato complessivo vi è il nuoto con 428 milioni e quasi tre milioni di praticanti, che spendono mediamente 144 euro all'anno.
Seguono tennis, ciclismo e calcio che, a onta degli stipendi milionari delle sue star più famose, si ferma a un livello tutto sommato modesto (115 euro a testa), con un giro d' affari totale di 216 milioni di euro. All'ultimo posto nella classifica figura il calcetto, con 78 euro di spesa annua e un totale complessivo di 165 milioni grazie a 2,120 milioni di praticanti.
La ricerca Nielsen è stata commissionata da Assosport, confrontando i livelli di spesa pro capite degli sportivi italiani, escludendo l'affitto di spazi sportivi e palestre, e i costi per istruttori e corsi.

Voci tutt’altro che irrilevanti, considerato che - prima dell’avvento dell’euro - prenotare un’ora di calcetto costava dalle 80 alle 100mila lire; 80-100mila lire che sono diventati, «sportivamente», 80-100 euro.

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