da Roma
Disgelo? Il flop elettorale, qualche scambio di accuse, un mese di dispetti e di polemiche tra lanima socialista e quella radicale, discussioni e distinguo sulla forma del partito e sulle prospettive, i colpi di freno dello Sdi. La neonata alleanza sembrava cotta, fatta, rotta. Invece, a un passo dalla chiusura, bastano lintervento di Enrico Boselli al congresso dei giovani socialisti e lo sfogo radiofonico di Marco Pannella a far rientrare la piccola grande crisi della Rosa nel pugno. Un rilancio a tappe forzate: sabato la segreteria, a settembre il congresso. La Rnp convoca dunque i suoi organi statutari: era la richiesta dei radicali, la esigevano come prova di buona volontà e di impegno per il futuro. Non si rompe ma nemmeno si supera la crisi. Sul campo restano tutte le diversità. Intanto si va avanti, il come si vedrà.
«La nostra è stata la vera novità delle ultime elezioni e continuerà a esserlo, dobbiamo solo discutere le forme e i tempi - dice Boselli -. Però è necessario che la lista elettorale diventi una vera forza politica». Pannella preferisce giocare con le parole: «Siamo lieti del lieto fine. Ma io pensavo che la Rosa fosse già un partito, un soggetto con regole e non un vago progetto. Lo Sdi parla del 2009. Tre anni...». Infatti adesso si accelera. Dopo il grande dibattito di questi giorni, sabato si riunirà la segreteria e prima di agosto la direzione. E a settembre, via libera al processo federativo, la Fiuggi due richiesta da Pannella e alla quale parteciperanno tutti i dirigenti e i candidati Rnp, «i titolari dellimmagine di un milione di voti». «Sabato riprenderemo a parlarci - commenta Pannella -, poi procederemo alla convocazione della direzione nazionale per riattivare la vita del nostro partito che era stata messa in mora. Emma Bonino e io vogliamo vivere con pienezza il nostro impegno per la Rosa nel pugno».
Tutto ok, quindi. Anche se, insiste il leader radicale, «bisogna intendersi bene su un punto». Questo: «Il soggetto politico non è sciolto per rinascere nel 2009, ha già i suoi organi e delle regole che devono soltanto essere aggiornate». Dunque, «il progetto subito mentre la federazione può essere a tappe», come vorrebbero i socialisti. Spiega Boselli: «Io penso che per un primo tratto di strada la Rosa nel pugno dovrà essere una forza politica federata, per mettere assieme il meglio dei socialisti e dei radicali. Se questa fase dura solo sei mesi, io sono più contento. Però è un passaggio obbligato. Poi, nel futuro, potrà pure diventare qualcosa di più». Ma serve, avverte, un nuovo schema: «Dobbiamo discutere non solo del carattere e dei tempi, ma anche di come si partecipa e si decide al suo interno. Il nostro modello è antico e non lo propongo perché ne vedo i limiti; ma neppure il modello radicale va bene, bisogna perciò scegliere vie nuove».
E lancia una proposta, le primarie interne: «Sostituiamo agli iscritti gli elettori e chiamiamoli a pronunciarsi su candidati e sulle scelte di fondo. Io vorrei un partito dove Enrico resti sempre Enrico, anche quando la pensa diversamente da Marco». Le polemiche, come si vede, sono ancora fresche. «Guido i socialisti da 13 anni - insiste Boselli - e in questo periodo ho dovuto fare tante alleanze per mantenere viva una tradizione arrivata in mano nostra molto rovinata.
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