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Bossert, il guascone miracolato re di Firenze

Una «pazza idea»... Premessa n.1: il Pontevecchio va amato prima che criticato. Premessa n.2: è la storia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Premessa n.3: se il carneade Rich Beem, come nel 2002, vince il PGA battendo nel testa a testa Tiger Woods per 1 punto, per l'America è una festa; premessa n.4: se Beem a Firenze non raggiunge nemmeno i quarti, se il neo-campione del mondo Marc Warren per 10 volte manca il green e la sua esibizione dura mezz'ora, se il vincitore uscente Ignacio Garrido frantuma il record del «campo» con 8 centri su 10 e poi buca 6 volte in semifinale significa che gli altri sono stati più bravi.
Certamente «The Approach Championship» non è una gara tradizionale, è una sorta di gara dei rigori golfistica ma una piccola pallina e una grande distanza; una gara aleatoria, 10 colpi nei gironcini eliminatori, solo 6 nel match play, playoff brutale e al di sopra di un regolamento certamente perfettibile, da ristudiare, mettiamoci la variabile mefistofelica di questo sport: il vento. E in un vento da regata non poteva non venire a galla lo spirito guascone di André Bossert, miglior giocatore elvetico di sempre e vincitore a sorpresa a Firenze. Son anni che l'antico (44 anni) moschettiere nato in Sud Africa gioca ogni buca con lo spirito del sopravvissuto, col coraggio e il sorriso, armi senza le quali non avrebbe potuto tornare alle gare alla fine del '99 dopo uno stop di 3 anni per un'operazione alla schiena. Rientrando attraverso la trafila dei Challenge, sa che ogni lasciata è persa. A Firenze era stato finalista nel 2006, stavolta ha trovato i passaggi giusti, ma fortuna a parte (2 playoff vinti per qualificarsi e nei quarti!) nell'incontro di maggior sostanza, in semifinale contro un tal Bernhard Langer, 40 titoli in carriera e un caparbio ritorno a Firenze per lustrare le sue medaglie, è stato il più preciso di tutti i match play.
Open d'Italia a parte, chi investe in Italia più di 1 milione di euro per promuovere il golf in modo così originale? E allora godiamoci la conferma del ritorno da protagonista di Diana Luna, importante per i colori dell'Italia nella World Cup di Sun City (Sud Africa) dal 18 al 20 gennaio dove giocherà con Silvia Cavalleri. Due anni dedicati al golf ma soprattutto a definire la sua vita privata (il matrimonio e il trasferimento a Montecarlo) e a nuovi metodi d'allenamento verranno allo sconto nel 2008. Questo cammeo del nostro golf ha dimostrato di sapersi far rispettare anche dai maschi, cosa non riuscita, crediamo, alle ben più famose e potenti colleghe Annika Sorentam e Michelle Wie.
«Il mio sogno è che questa gara continui a crescere per diventare un evento mondiale», ha detto Romano Boretti, inventore e regista a bilancio dell'evento, mai così ricco di appuntamenti nelle 3 giornate e di sponsor.


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