Bossi alla Cdl: "Sciopero fiscale per cacciare Prodi"

Il leader della Lega lancia l'offensiva d'autunno contro il governo: "Serve una ribellione fiscale che faccia cadere questo governo delle tasse. Ma serve l'appoggio di tutto il centrodestra". An dice no, Forza Italia tiepida. Il Senatur: "Sto scrivendo il programma con Berlusconi"

Bossi alla Cdl: "Sciopero 
fiscale per cacciare Prodi"

Brescia - La riscrittura del programma elettorale della Casa delle Libertà è stato l’argomento di un colloquio telefonico tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: "Due giorni fa ci siamo sentiti - ha spiegato il segretario federale della Lega Nord - e abbiamo parlato solo di scrivere il programma elettorale". La volontà di riscrivere il programma elettorale della Cdl era stata annunciata dallo stesso Bossi in un recente incontro pubblico a Camogli (Genova). Ieri sera Bossi ha confermato quest’intenzione, a margine della serata dedicata a Miss Padania, a Ponte di Legno (Brescia), dove il Senatur sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza.

A Lorenzago Probabile il suo spostamento a Lorenzago di Cadore, dove ad attenderlo per il fine settimana ci dovrebbe essere l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: "Penso di andare su - ha detto Bossi - appena vado via da qui vado a Lorenzago". Nel comune del bellunese sono attesi anche il coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio, Roberto Calderoli, e il leghista Daniele Molgora, ex sottosegretario alle finanze del precedente governo Berlusconi. Sul tavolo, oltre al nuovo programma elettorale della Cdl, anche la questione dello sciopero fiscale annunciata dallo stesso Bossi.

Sciopero fiscale Lo sciopero fiscale è un’iniziativa sulla quale per ora "ci deve essere l’accordo" tra le forze del centro destra. Parola di Umberto Bossi che ieri, da Ponte di Legno, ha rilanciato l’idea di una clamorosa protesta contro il governo Prodi, a partire dal prossimo autunno. "Non so ancora quando partirà", ha detto il leader del Carroccio, spiegando di "non avere ancora parlato" di questo argomento con Giulio Tremonti. "I ministri del Tesoro sono cauti - ha spiegato a margine di un intervento pubblico - non sono come noi che veniamo dal popolo". Una cosa tuttavia per Bossi è certa: "La gente vuole mandare via Prodi, quindi bisogna trovare qualcosa di forte". E a Lorenzago di Cadore, in questi giorni, potrebbe esserci un primo incontro Bossi-Tremonti sul tema dello sciopero fiscale, oltre a quello del programma elettorale della Cdl. "Un po' come accadde 10 anni fa?", gli è stato chiesto. "Dieci anni fa era così - ha risposto Bossi - cioè a Genova, Milano, Torino c’era lo sciopero fiscale, una ribellione fiscale. Non si fa fatica a farla - ha aggiunto - ma si fatica ad ottenere che la gente partecipi". Una ribellione che, per Bossi, deve rappresentare un forte atto d’accusa alla politica fiscale del governo Prodi: "Ne hanno piene tutti le scatole - ha concluso - e anche qui (a Ponte di Legno a Ferragosto, ndr.) c’è un sacco di gente che è rimasta a casa perché è senza soldi, perché non ha i soldi per andare in ferie".

Il no di An "Credo che sia stato frainteso, perché non posso pensare che Bossi abbia veramente detto facciamo lo sciopero fiscale. La politica si fa in altri modi, non con la rivolta delle tasse": ad affermarlo è il capogruppo al Senato di An, Altero Matteoli, sottolineando che il suo partito non seguirebbe il Carroccio su questa strada. All’esponente del partito di Fini viene fatto osservare che il leader della Lega ha proposto di pagare le tasse alle regioni e non allo Stato: "Non è possibile giuridicamente - replica Matteoli - o si tratta di una provocazione o è una proposta che va portata all’attenzione del parlamento. Lo sciopero fiscale è un conto, versare i soldi alle regioni è un’altra cosa. Però serve un atto legislativo. E poi c’è anche una Costituzione con la quale dobbiamo fare i conti". Ma se Bossi proponesse davvero lo sciopero fiscale, An lo seguirebbe? "No. Ma sarà un auspicio quello del segretario leghista, non vedo come giuridacamente possa essere messo in atto. Vorrei capire meglio in che modo lo vuole organizzare, perché così è impossibile. Bossi è una persona troppo intelligente per non sapere che così è impraticabile. C’è bisogno di un chiarimento, deve spiegarsi meglio. Bisogna far pagare meno tasse agli italiani, sono d’accordo. Ma bisogna anche rispettare la Costituzione vigente, quindi - conclude - non c’è questa possibilità".

Forza Italia tiepida "Quella di Bossi è chiaramente una provocazione, ma è il termometro del malumore che serpeggia nella parte produttiva del paese, dalla Sicilia alla Lombardia". Così Guido Crosetto, responsabile per il credito e le attività produttive di Forza Italia, commenta in una nota le parole del leader della Lega, Umberto Bossi, che è tornato a evocare lo sciopero fiscale contro il governo Prodi.

"Questo governo - ha afferma Crosetto - sta dimostrando di utilizzare i soldi dei contribuenti soltanto per aumentare la spesa pubblica improduttiva e per pagare continue cambiali alla sinistra. Di fronte a questa occupazione del paese - ha concluso l’esponente di Fi - la rivoluzione fiscale di Prodi è, prima nella gente comune che nei partiti, la reazione naturale".

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