da Roma
«Il decreto sulle espulsioni? Secondo me, il governo non ha i numeri per farlo approvare». Umberto Bossi, segretario federale della Lega Nord, non ha nascosto il proprio scetticismo: il provvedimento d’urgenza sulla sicurezza difficilmente potrà concludere senza incidenti la propria navigazione tra i marosi del Parlamento.
Secondo il leader del Carroccio, le divisioni interne alla maggioranza sulle modalità di contrasto dell’immigrazione illegale non consentiranno all’esecutivo di essere autosufficiente tanto alla Camera quanto al Senato. «Inutile farsi illusioni - ha aggiunto - perché non hanno i numeri e quando arriva in Aula la sinistra glielo boccia».
Il problema, tuttavia, non si esaurisce nel dibattito parlamentare. Bossi non ha mancato di sottolineare quanto l’onda emotiva suscitata dall’assassinio di Giovanna Reggiani abbia di fatto concentrato l’attenzione su un aspetto specifico. «Adesso tutti parlano di rom e romeni - ha detto - e si dimenticano che ci sono tutti gli altri immigrati, con tutti i problemi connessi. Non sono solo i rom a creare problemi in questo Paese».
L’understatement bossiano probabilmente ha origine dal fatto che il tema della sicurezza è sempre stato uno dei capisaldi delle proposte politiche del Carroccio e del centrodestra. Ora rappresenta una priorità anche per il centrosinistra di marca ulivista, costretto alla retromarcia dal segretario del Pd Veltroni. Come ha osservato il presidente dei senatori leghisti, Roberto Castelli, «è triste vedere il governo muoversi in maniera goffa e tardiva scopiazzando con colpevole ritardo le idee che la Lega Nord aveva con forza proposto all’attenzione del dibattito».
A parere dell’ex ministro della Giustizia, bisogna domandarsi perché Palazzo Chigi «si muova solo ora, chiudendo la stalla quando i buoi sono scappati». E soprattutto, ha aggiunto, «cosa farà adesso il governo con il nuovo barcone pieno di immigrati in arrivo sulle coste siciliane? Applicherà la legge oppure il buonista Veltroni, che ormai dà la linea, li accoglierà tutti a casa sua?».
La risposta leghista, comunque, non cambia: anche questa emergenza deve essere affrontata in senso federalista. «Se non si concedono più poteri agli enti locali, si rischia che sempre più cittadini inizino a difendersi da soli», ha rilevato Davide Boni, capodelegazione del Carroccio nella giunta della Lombardia.
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